Close

INCONTRO CON UNA COMETA

Anche questo spettacolo, svoltosi per tre repliche dal 21 a 23 dicembre 2010 al Teatro Biblioteca Quarticciolo e prodotto da ATDC, è lo sviluppo teatrale di una intervista impossibile radiofonica particolarmente surreale. In apertura un brevissimo filmato che riassume per accenni la storia della cometa di Halley e delle sue periodiche apparizioni.

Nel blocco centrale di prosa la giornalista che incontra la cometa (Milena Vukotic) da principio è piuttosto emozionata di poter interloquire con un vero corpo celeste  depositario di straordinarie storie e segreti, sia di carattere astronomico che religioso, astrologico, teologico etc. Forse citata nel Talmud, raffigurata da Giotto e confusa con la stella della Natività, raffigurata sull’arazzo di Bayeux, osservata da Keplero e spesso interpretata come presagio di sventure, la cometa è in realtà una creatura innocente, ignara, un po’ svampita e distratta. Di conseguenza l’atmosfera è visionaria, l’incontro metafisico, i toni sono ironici, bizzarri, paradossali.
Ma, strada facendo, si introduce nel dialogo un barbone di passaggio (Arnaldo Ninchi). Dopo l’iniziale disturbo alla conversazione arrecato dal terzo incomodo, piano piano la verità si fa strada. L’uomo crede di essere (o forse è) un re Mago perdutosi lungo la strada, e pretende dalla cometa di essere ricondotto alla grotta della Natività. Informato dalla giornalista sul fatto di avere sbagliato completamente interlocutore, secolo e circostanza, l’uomo finisce per palesarsi gradatamente quale incarnazione dell’umanità smarrita, e ci offre l’occasione per un’imprevista autoanalisi circa il senso del nostro esistere sotto una volta celeste, incapaci ormai di riconoscerne segni e indicazioni, di trovare una direzione ai nostri percorsi e di dare un senso alle nostre esistenze.

La svolta è data dalla cometa stessa, che a fronte del disorientamento della specie umana per l’affievolirsi di valori e di direzioni, rivela ai due interlocutori il suo sogno di poter diventare una donna, la sua nostalgia per la razza umana, restituendo così a loro e a noi la consapevolezza circa il nostro ruolo e il nostro destino nel creato.

Lo spettacolo è impreziosito da una coreografia di Walter Matteini di Imperfect Dancers, Compagnia Balletto 90, coinvolti nel progetto grazie all’entusiasmo e alla disponibilità di Paola Catalani: i due danzatori, Ina Boreckx e Matteo Boldini, celebrano il percorso dell’uomo sulla scia della sua stella, l’eterno peregrinare terrestre del re Barbone guidato dalla luce soprannaturale personificata.

La musica appositamente composta è stata costruita dagli Echoesthree attorno a segnali sonori ricavati dai dati spettroscopici e fotometrici della luce stellare, a suggerire così le diverse “voci” di supernovae, pulsar, nane bianche, giganti rosse etc…

La consulenza scientifica fu garantita dai professori Aldo Altamore e Andrea Bonchi del Dipartimento di Fisica E. Amaldi Università degli Studi Roma Tre.