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LA GLOBALIZZAZIONE DEL SUSSURRO

Forse non tutti sanno che cos’è  la ASMR ( Autonomous Sensory Meridian Response, risposta autonoma del meridiano sensoriale). Da qualche tempo circolano in rete audio o video con registrazioni di voci sussurrate, sospiri, schiocchi di lingua, semi-impercettibili movimenti labiali oppure rumori procurati da dita e unghie che picchiettano determinate superfici, oggetti che si toccano tra loro, meccanismi che scattano…

Pare che video di questo tipo abbiano un enorme potere rilassante. Tutto grazie… alla scoperta del suono. Di più: del suono basso amplificato. Una scoperta in verità analoga a quella dell’acqua calda.

Ai tempi di mia madre impazzava questa canzone “Abbassa la tua radio per favore/ se vuoi sentire i battiti del mio cuore…”.  Un amico attore, grande esperto di tecnica vocale, una volta mi diede questo suggerimento:  “Quando tutti urlano, tu abbassa la voce”. Vecchio volpone!

Che la nostra sia la civiltà del rumore, sono in tanti a sostenerlo e lo possiamo sperimentare tutti, con conseguenti mal di testa, tensioni varie, nervosismo, calo di attenzione, perdita di senso e di significati. Che tutti urlino, in strada come nei salotti televisivi, è altrettanto facile constatarlo e sentirsene sopraffatti. E’ ovvio che per molti abbassare il volume rappresenti un valore aggiunto. Qualche anno fa un geniale spot pubblicitario video esordiva con alcuni secondi di silenzio improvviso. Nel generale flusso sonoro di sottofondo era impossibile non rivolgere subitanea attenzione allo schermo per verificare che non si fosse spento. L’obiettivo dei pubblicitari era così genialmente raggiunto: avevano istantaneamente conquistato la nostra attenzione. Dopo quel silenzio ci colpiva come un fulmine a ciel sereno il marchio del prodotto reclamizzato.

Abbiamo bisogno di silenzio, anche senza saperlo. E forse, proprio perché non ce ne accorgiamo. Io sto studiando la progettazione di una Radio del Silenzio. Come organizzarla ancora no so, ma il senso è sempre quello di difendermi dalla aggressiva inciviltà del rumore e, se possibile, di contrastarla.

Ma tornando ai video e agli audio ASMR. Cerco di capire perché se la maggioranza delle persone ne ricava sollievo, a me al contrario provocano irritazione.

Il sussurro, il sottovoce, era l’ultima ansa di privatezza che ci era rimasta. Globalizzare e mercificare anche questa vuol dire solo prostituire anche la nostra intimità al dio Rumore, facendo diventare rumore anche una preghiera o una parola d’amore.

Quand’ero piccola avevo due fonti di “sensualità acustica”: le chiese e le mercerie. Oggi i video ASMR sembrano estirparmi anche l’esclusività e la privatezza di queste antiche, intime esperienze, riuscendo a farle apparire banali, alla portata di chiunque, e, peggio ancora, confezionabili da pseudo-specialisti della voce “devocalizzata”.

Le chiese: non c’era niente di più “goloso” per il mio udito delle voci sussurrate delle persone che bisbigliavano qualcosa tra loro con l’intento di disturbare la funzione il meno possibile: paradossalmente, a dispetto delle intenzioni e del luogo, quelle voci risultavano stuzzicanti, peccaminose dei loro stessi sussurri, della carnalità che intendevano azzerare e soprattutto piene di segreti. E poi le monetine che cadevano nel sacchetto della questua all’offertorio. Quel tintinnare educatamente metallico, di nuovo paradossalmente prosaico, in un luogo teoricamente lontanissimo dal mondo del denaro, era per me musica, nostalgia di realtà in un ambiente così avulso dalla realtà. E che dire delle serrature di borsette e borsellini velocemente aperte, di quel frugare frettoloso e furtivo all’interno, fra scontrini della spesa e banconote, e dei successivi, lussuriosi scatti di chiusura?

Le mercerie e i negozi di tessuti. I felpati passi di commessi e commesse generalmente su pavimenti di legno, lo scoccare di coperchi contro scatole aperte a mostrare rocchetti di nastri e merletti, il rovistare di mani esperte dentro cassetti rigogliosi di filati di tutti i colori, il sordo, ovattato tonfo di pezze di tessuto le une contro le altre… Ma soprattutto la gorgogliante canzone proveniente da scomparti di scatole gravide di bottoni! I bottoni: il loro lussurioso chiacchiericcio di miseri e insieme preziosi oggetti di osso, di legno, di plastica, di madreperla, perfino di cocco…

Che cosa credono di avere inventato i fabbricanti di video ASMR? Hanno semplicemente serializzato esperienze intime e private che stanno nella memoria di ciascuno di noi. Basterebbe ripescarle da lì per immergersi nella calma di un ricordo, per ritrovare il sonno e contemporaneamente  restituire dignità a uno dei nostri sensi più brutalizzati: l’udito. Che poi comporta la capacità selettiva di ascoltare, anzi il desiderio di ascoltare!

Mercificare il bisbiglio equivale a re-includerlo nel rumore, a farne di nuovo rumore, a desacralizzare il sacro, a rendere pubblico un segreto. E ti pareva. Sono riusciti così a ridicolizzare perfino il silenzio.

 

9 agosto 2024

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