Per ascoltare invece di leggere:
Non era una donna facile. E la sua difficoltà era la sua “firma” di attrice e di autrice; in qualche cosa però questa difficoltà era l’ingrediente fondamentale del suo fascino. Esigente e anche severa con se stessa e con gli altri, riusciva però a essere generosa, aperta, cordiale e materna, compensando forse in questo modo proprio quella maternità che – a sentire le interviste ripubblicate per questa triste occasione – le era tanto mancata. Curiosa, instancabile, piena di interessi e di progetti, avevo l’impressione si rimproverasse qualcosa, non ho mai capito che cosa, e che fosse in gara con se stessa per riuscire a perdonarsi. Forse quella innocente bugia degli inizi della carriera, quando si aumentò gli anni per affrontare gli esordi in televisione, chissà.
L’ho conosciuta anni fa a Largo Argentina, a Roma, uscivamo entrambe da un convegno in Discoteca di Stato, non ricordo il tema, a riprova della vastità dei suoi interessi intellettuali, non circoscritti cioè al solo mondo dello spettacolo. E fu lei ad attaccare discorso, per commentare un passaggio di una delle relazioni che avevamo appena ascoltato.
Da allora tante collaborazioni, in radio, in teatro, per finire all’ultima performance al Tordinona, quando ha dato voce alla Rosa Luxemburg di Lucetta Scaraffia in una delle serate della rassegna delle interviste impossibili.
Almeno due interviste impossibili le siglò lei stessa come autrice, in radio: una a Golda Meir, cui diede voce Paola Gassman, e una, surreale, al Sorriso, nella quale mi coinvolse, per interpretare il suo personaggio. Dunque sorrisi per lei e insieme a lei. Grande onore. Ascoltabile qui:
Un gesto in particolare che mi farà conservare un ricordo duraturo di Marò. Sempre sul palco del Tordinona, ormai più di un anno fa, alla presentazione del mio libro parlante sui Sonetti di Shakespeare, cui aveva prestato la sua generosa interpretazione insieme a tanti altri amici attori, mi planò silenziosa alle spalle, essendosi accorta di un mio momento di commozione e défaiance. Sentii all’improvviso quest’ala di protezione, mi sentii sfiorare sulla schiena, vidi il suo viso inclinato verso di me con la stessa grazia guardinga di una Madonna di Raffaello: tutto in un attimo di cui nessuno tra il pubblico si accorse. Con questa presenza mi rassicurai, e la performance andò avanti.
I veri attori costruiscono gesti così: a volte paradossalmente invisibili, e in questo del tutto simili alle loro fatiche e alle loro battaglie, che il pubblico neppure immagina. A riprova che dietro ciò che appare semplice c’è sempre un meccanismo spaventosamente complicato.
Ciao Marò, grazie per l’eleganza con cui hai affrontato le complicazioni e della vita e dell’arte.
2 luglio 2024
* In alto: nel camerino del Tordinona, febbraio 2024: Marò sempre alle mie spalle!