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IL CIELO SOPRA NOI

Solo se sei disteso a terra

puoi vedere veramente il cielo

 

Ho visto mia figlia danzare su una vecchia canzone: Il cielo in una stanza di Gino Paoli.

Credo di avere intuito, fin da bambina, che quella fosse la canzone dei miei genitori. Mio padre ascoltava molto la musica, teneva la radio sempre accesa sul tavolo da disegno, fu paradossalmente lui a farmi conoscere Lucio Battisti, che apprezzava molto, come pure la prima Gabriella Ferri, i Beatles, Keith Emerson e Eric Clapton.

Su Il cielo in una stanza aveva un altro modo di manifestare apprezzamento, quando la canzone veniva trasmessa alla radio: abbassava lo sguardo, ci aggiungeva un po’ di timidezza, diceva e non diceva, esprimeva e nascondeva. Mamma gironzolava sfaccendando indifferente e intanto tendeva l’orecchio, in silenzio. Sì, quella era certamente la loro canzone.

Quando danza, mia figlia diventa più bella. Succede sempre che quando un talento viene liberato spande intorno un’ allure incandescente che contagia chiunque abbia occasione di ammirarlo, di qualunque talento si tratti. E quando la ascolto, anche quella canzone mi sembra sempre più bella. Talento più talento quanto fa? E bellezza più bellezza? Un numero infinito.

Una ragazza di oggi danza su una canzone antica di quasi settant’anni: che c’è di nuovo? Niente. Ma qualcosa in più lega quei passi a quelle note. Quei passi ignari e spensierati sono in qualche modo figli di quelle note: mia figlia ha calpestato aggraziata un passato a lei sconosciuto che però ha generato e continua a generare, giorno per giorno, il suo presente, a orientarne il cammino… Allo stesso modo tutti noi attraversiamo la storia senza saperlo, mentre il succedersi delle generazioni attraversa noi, mentre  per vie sconosciute qualcuno ci insegna tutto quello che dobbiamo sapere, guidando i nostri passi, nella musica come nel rumore.

Chissà se quei due ragazzi di quasi settant’anni fa sognavano una bambina futura che avrebbe portato in giro per il mondo i loro passi, i loro sguardi, il loro amore.

Quando sei qui con me

questo soffitto viola no…

non esiste più.

Io vedo il cielo sopra noi…”.

Sono sicura che mio padre e mia madre lo hanno visto, il cielo, oltrepassando il soffitto della loro stanza. Così come hanno visto certamente il futuro, con quella lucidità disperata di tutti i pazzi e di tutti gli amanti. Lo hanno visto e ne hanno sorriso, con fiducia e con gratitudine.

E non importa se invece quella ragazza di oggi non hanno fatto in tempo a vederla danzare…

 

12 agosto 2024

 

4 thoughts on “IL CIELO SOPRA NOI

  1. Antonino D'Anna

    Decisamente. C’è dentro tutto: un amore di un uomo e una donna che non ci sono più che si è trasmesso in una figlia e poi in una nipote che balla. Ci vuole il caos per partorire dentro di sé una stella che balla, forse disegnare è trarre dal caos della fantasia un filo di apparente lucidità. Certo è che l’amore è un filo rosso, quando è sincero, che riverbera per generazioni. E siamo già a tre, nel tuo caso.

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