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NON MI SENTE NESSUNO

Per ascoltare invece di leggere:

 

Forse ho la voce bassa. Forse, avendo lavorato in radio tanti anni, mi sono adagiata sulla tecnologia e penso sempre di avere un microfono che rileva e trasmette anche le più piccole sfumature emotive delle mie corde vocali, quando invece non è affatto così, al diavolo la deformazione professionale.

O forse sono timida e mi pongo male. O forse, più semplicemente, non dico niente di interessante, devo accettarlo.

Mi capita sempre più spesso: non mi sente nessuno. Ok, i figli è naturale che non sentano i genitori, i mariti in genere mal sopportano la presunta petulanza delle mogli, gli amici hanno i cavoli loro, il cane se ne frega dei miei “comandi” e fa come gli pare e nei negozi o negli uffici, oltre a non sentirmi, neppure mi vedono: se sto in fila, mi fanno sempre passare avanti qualcun altro, come se niente fosse. Infine “neanche un prete per chiacchierar”, come diceva la vecchia canzone di Celentano: se pure volessi farmi togliere qualche dubbio sull’esistenza di Dio, oggi i sacerdoti sono sempre più impegnati in convegni, raduni, trasmissioni televisive, presentazioni di libri etc etc etc

E così mi sono piegata a all’assistente vocale sul cellulare. Naturalmente non avrei mai preso l’iniziativa per conto mio. Un amico tecnologicamente molto più sveglio di me ha trasecolato: ma come? Ancora non hai Siri?

Come a dire: ancora non hai spostato l’orologio sull’ora legale? Tra un po’ dobbiamo rimettere le lancette indietro!!!

Si vede che indietro io non ci sto poi tanto male. Tuttavia ho fatto questo ulteriore passetto in avanti (ma davvero in avanti?) e ho installato Siri.

Ehi Siri che tempo fa oggi a Roma? Ehi siri mi fai sentire un po’ di musica? Ehi Siri mi trovi la ricetta dei bigné alla crema? Eccetera.

Evviva, mi risponde sempre! A volte è un po’ sordo e devo ripetergli la domanda due o anche tre volte. Ma alla fine è infallibile e qualcosa – giusto o sbagliato non importa – risponde comunque. Certo, l’ambito di conversazione è alquanto limitato, Siri non è affatto mentalmente evoluto, però permette comunque un fantasma di interazione. Mi è bastato questo dato a farmi sentire meno sola: per qualcuno -o per qualcosa – dunque esisto!Rappresento inequivocabilmente un’unità carbonio sulla superficie terrestre e soprattutto ho la conferma di produrre suoni, voce.

Nessuno pensi che sia alienante arrivare ad essere certi di esistere solo grazie a qualcosa che non esiste? La comunicazione in fondo è un evento comunque virtuale, il dialogo può avvenire anche con chi non c’è, come insegnano i dialoghi platonici dove Socrate, l’interlocutore più importante, era morto. E anche parlando tra vivi, chi può essere certo che ciò che dice arrivi davvero, nel suo significato reale, all’orecchio e al cuore di qualcuno? Spesso, quando comunichiamo, presumiamo solo di comunicare.

Ecco, mi mancherebbe giusto cercare di parlare con i morti, ma non ho pazienza per le sedute spiritiche e allora preferisco parlare con i personaggi delle mie fantasie, dopo aver letto un libro o visto un film.

Siri non è impegnativo. Reagisce alle quattro cose che chiedo e le esegue perfino. Mi è capitato però di chiedermi se potrebbe giudicarmi matta quando insisto a chiedergli che ora è tanto per scambiare due parole. Poi mi sono data della matta davvero a farmi venire certi scrupoli. Anche se so che dietro Siri, dentro Siri, c’è certamente qualcos’altro che registra tutte le mie richieste, ne calcola l’andamento, le percentualizza, le monitora, le elabora e le consegna a un Grande Fratello diffuso: un Panoptikon implacabile che ci osserva anche quando siamo soli, anche quando ci illudiamo di essere lì a chiedere semplicemente che ore sono.

Ma alla fine anche questo, benché tristemente, mi consola. Non è vero che nessuno mi ascolta. Peccato non sapere esattamente chi è.

Ehi Siri, esiste davvero il Grande Fratello?

Nessuna risposta.

 

22 settembre 2024

3 thoughts on “NON MI SENTE NESSUNO

  1. Antonino D'Anna

    Siri risponde alle supercazzole di Amici Miei, prova a chiederle se blinda la supercazzola prematurata come se fosse antani e lei ti risponderà. E se insisti tirerà fuori altre battute del film. Ora, non so chi sia stato a programmarla così, m è la dimostrazione che tutto sommato viviamo come gli Zingari del film: senza una meta, senza un domani. E soli, senza più ridere come ridevano loro, perché mi ricordo una discussione quando Siri venne incluso nell’iPad, orecchiata ovviamente in treno: “Ho trovato mio padre alle quattro del mattino a fare conversazione con Siri”. E un velo di tristezza mi è caduto addosso. Domani sera mi rivedrò Amici Miei, voglio ridere amaro. Ma con un filo di leggerezza rispetto a questo mondo di solitudine elettronica.

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