Per ascoltare invece di leggere:
Magari ci sarebbe un supereroe a mettere d’accordo Hamas e Israele. Magari i morti sarebbero solo di carta. Magari le esplosioni sarebbero solo colorate onomatopee. Magari le offese e le idiozie sarebbero circoscritte dentro le rispettive nuvolette, facili a dissolversi o a essere strappate. Magari il commissario Mascherpa inchioderebbe con le sue indagini mafiosi e serial killer. Ma chi è il commissario Mascherpa? E’ un personaggio da fumetto, disegnato da Jonathan Fara, frutto della fantasia dello scrittore Luca Scornaienchi, eclettico praticante della nona arte e del mondo dell’illustrazione in genere, non solo come sceneggiatore, ma anche come docente, sperimentatore, direttore artistico editoriale. Ha ricevuto lui, l’altro ieri a Catanzaro, il premio Gianni De Luca, quest’anno alla sua seconda edizione, inventato da Emiliano Lamanna & c. della associazione Venti d’Autore, come ciliegina sulla torta della manifestazione “Nuvola”, Festival del Fumetto, del Gioco e dell’Arte.
Sì, dai tempi in cui mio padre Gianni De Luca praticava il fumetto, il fumetto è molto cambiato. Basta ricordare i primissimi festival di settore (Lucca Comics, in assoluto), che erano riservati a circospetti critici un po’ paludati, magari presi in prestito dal mondo delle arti “ufficiali” e confrontarli con le variegate mostre-mercato di oggi, dove si incontrano in una allegra e caotica moltitudine, cosplayers e collezionisti, famigliole con bambini e solitari nerd, videomakers e graphic artists, docenti e semplici curiosi…
Quando mio padre uscì di scena si diffondevano già da qualche anno per esempio i videogiochi. Pensai che non solo la sua stagione fosse terminata, ma che fosse arrivata al capolinea anche la stagione del fumetto, intrattenimento alternativo per i ragazzi, che tanto aveva scandalizzato i pedagoghi un po’ bigotti e iconoclasti di tutta la prima metà del secolo. Non è successo: come intuiva mio padre, il fumetto, inteso come narrazione disegnata, viene dalle caverne e proseguirà sugli schermi dei computer. Chiamalo graphic novel, video-gioco, gioco di ruolo o come vuoi, la sostanza è invariata: vedere è un atto primario dell’immaginazione. E chi accompagna per professione la pratica della fantasia, soprattutto nelle giovani generazioni, non è un irresponsabile qualunquista, o tanto meno un visionario, ma un educatore capace di progettare il futuro, ovvero di pre-vederlo. Lo dimostrano le tante storie (a firma dello stesso Scornaienchi ma non solo) ispirate all’attualità, ma soprattutto il coraggioso e, di nuovo, visionario programma di Nuvola, con percorsi didattici dedicati ai bambini, incontri con editori e autori (quest’anno David Lloyd!), proiezioni, talk, percorsi traversali tra musica, gastronomia, cinema…
Grazie dunque per questo al direttore artistico di Nuvola Emiliano Lamanna e alla sua coesa e motivatissima squadra.
Se il mondo fosse tutto un fumetto… no, non sarebbe un mondo qualunquista o disimpegnato. Avremmo una vignetta dentro cui scatenarci e immaginare di tutto. E costruire di tutto. Sapendo che il meglio deve ancora venire.
1 giugno 2025