Close

SI’: CE N’ERA PROPRIO BISOGNO

Per ascoltare invece di leggere:

C’era proprio bisogno di un altro festival del Fumetto in Italia? Si è conclusa domenica a Catanzaro la prima edizione di Nuvola Comics, promossa dalla associazione Venti d’ Autore diretta da Emiliano Lamanna. “Nella città del vento, ogni nuvola è un disegno” è lo slogan più bello che abbia mai sentito e basterebbe questo a giustificare l’ennesimo raduno di appassionati del settore. Mi piace pensare anzi che sia stato proprio questo slogan, bello e musicale come un verso, a generare la necessità di una manifestazione.

Come che sia, una “ciurma” di appassionati ha messo su nel giro di un anno di lavoro una tre giorni intensa di incontri, partecipazioni e iniziative destinate anche ai più giovani, per i quali il fumetto resiste ancora all’avanzata di giochi più tecnologici, soprattutto grazie alla pratica del cosplay.

Ma la domanda resta: c’era proprio bisogno di un’altra – dell’ennesima- manifestazione di questo genere dopo Lucca, Treviso, Romics, ARF, Napoli Comicon, Bologna Nerd Show eccetera eccetera eccetera? Non c’è città italiana che negli ultimi anni non sia o non sia stata protagonista di una mostra o convengo o mostra mercato dedicata ai “giornaletti”, passatemi il termine, vecchi e nuovi, e ai loro “derivati”. Solo nei prossimi mesi sono previsti eventi di questo genere a San Benedetto del Tronto, Rimini, san Marino, Alessandria, Palermo, Montesilvano… Io sono stata invitata a Nuvola Comics in quanto figlia di mio padre, nato nel catanzarese, nel ricordo del quale è stato istituito a partire da quest’anno il premio Gianni De Luca, che ho consegnato personalmente a Vincenzo Filosa, disegnatore e docente all’ABA di Catanzaro.

Per la cronaca: in viaggio verso la Calabria, fermandomi per un caffè nel vallo di Diano, mi sono imbattuta nei manifesti di una due giorni praticamente contemporanea a Nuvola: il 15 e 16 giungo la quarta edizione di Vallo Nerd, il Festival del Fumetto e della Cultura Pop a Montesano Scalo, provincia di Salerno.

Dunque, per tornare alla domanda di cui sopra: pare che ci fosse proprio bisogno di un’altra manifestazione di questo genere e anzi che non ce ne sia mai abbastanza in giro per l’Italia, a conferma di quanto la passione verso questo linguaggio per immagini non sia affatto spenta fra consumatori di tutte le età e quanto sia sacrosanta l’elevazione del fumetto a arte.

E qui il maligno potrebbe osservare che, almeno fino a ieri, la percentuale delle manifestazioni fosse prevalente nel Nord della penisola. Il fatto che ora anche il meridione si stia gradatamente risvegliando all’interesse per il fumetto non può che confermare sia qualcosa che sappiamo tristemente -ahimé – da sempre (il ritardo fisiologico su tanti aspetti del nostro Sud rispetto al nostro Nord), insieme al fatto che la passione per la nona arte sia universalmente in espansione ovunque.

Personalmente mi ha commosso il tributo che gli organizzatori hanno riservato al lavoro di mio padre, e mi ha commosso in particolare il fatto che al loro consolidato apprezzamento generale per Gianni De Luca si siano aggiunti di recente l’orgoglio e la sorpresa, da parte di alcuni di loro, nello scoprire che mio padre fosse calabrese, insomma uno di loro. (E di qui la doverosa decisione di intitolargli un premio).

Insomma mi sono sorpresa… della sorpresa, quasi come se i primi a non credere nello spessore della propria storia culturale (da Sud a Nord), quasi timorosi di provarne l’orgoglio, siano proprio i calabresi, i meridionali in genere…

A questa delicatissima questione si aggiunge un’altra sfumatura: io stessa non immaginavo tanto fervore di interesse per il fumetto  in genere in una città come Catanzaro. Sia perché abituata alle più collaudate manifestazioni di cui sopra, più numerose nella parte alta della Penisola, sia perché vittima io stessa (benché calabrese per metà) dello stesso “auto-pregiudizio” che mi è sembrato di riscontare nei miei ospiti.

E ancora: quando la deliziosa Annalisa Veraldi, tra gli attivisti di Venti d’Autore e decisivo membro della “ciurma”, ha gentilmente respinto la mia disponibilità a parlare di mio padre in quanto calabrese – o a parlare della Calabria secondo mio padre – lo ha fatto, se capisco bene. manifestando la precisa volontà di proiettare una manifestazione esordiente come Nuvola Comics decisamente oltre i confini regionali, in un ambito più orgogliosamente universale, per emanciparsi dall’autoreferenzialità o, peggio, dal provincialismo.

Cara Annalisa, cari tutti, per essere universalmente apprezzati non è necessario dimenticare da dove si viene. Al contrario. Il “glocal” è una riscossa obbligatoria di questi tempi.

Mio padre era nato a Gagliato (tra le Serre e il golfo di Squillace) e vi è rimasto per soli sei anni di vita. La sua famiglia fu tra i protagonisti dell’ondata migratoria interna degli anni venti e trenta del secolo scorso. Fortunati di poter migrare senza dover espatriare come tanti altri dei loro paesani e parenti. E’ un pezzo della nostra storia di cui andare orgogliosi al pari di poter vantare un calabrese tra i massimi autori del fumetto mondiale. Ma è anche un pezzo della storia di tutti, a vedere che cosa accade sulle nostre coste, ancora oggi. Mutatis mutandis, la storia si ripete, come promemoria tragico e decisivo per tutti noi, calabresi, italiani, europei, cittadini del mondo. Un mondo che è un melting pot sempre più variegato e infettato di problemi sempre più gravi, ma che proprio per questo ci insegnerà a guardare e a guardarci con occhi nuovi. Proprio questo non potrà non guidare la mano dei disegnatori di domani, perché il racconto del nostro tempo sia fedele e responsabile verso la storia di tutti.

E infine: nei disegni di mio padre io la vedo perfettamente la nostra Calabria. Voi no? E la vedo al di là degli stereotipi. Nella sua invenzione della tavola unica dove i personaggi rompono la prigione delle vignette vedo il panorama mozzafiato sul golfo che dovette essere tra le prime cose su cui si posarono gli occhi di mio padre bambino. Nella drammaticità della china che scava i volti dei suoi personaggi e rende così violentemente belli certi suoi paesaggi vedo la violenza della natura che abbraccia le casette e i ruderi intorno alla sua Gagliato, vedo la cenere con cui le comari lavavano un tempo le lenzuola nell’acqua di Ancinale rendendole bianche abbaglianti. Altro che detersivo. E nel disordinato, armonico, sbilenco abbraccio di quelle casette in pietra, vedo l’ironia che serpeggia anche nelle sequenze più tese delle sue storie.

Mio padre parlava un italiano senza accento, ma quando tornava nella sua terra ascoltava la nostra lingua con religioso rispetto: quella lingua parlata dai vecchi. Siamo quello che siamo per quello che siamo stati.

Ecco perché c’era bisogno di una nuova manifestazione di fumetto: perché sia diversa, diversissima da tutte le altre. Grazie dunque a Nuvola Comics per non dimenticare di essere nata nel Sud, anzi in questo Sud. Nessun centro esisterebbe senza le sue periferie. Chi disegna lo sa, meglio degli altri: gli sguardi laterali sono i più importanti per comprendere davvero la prospettiva.

 

18 giugno 2024

 

Nell’immagine: una vignetta dell’episodio “Un uomo di fegato” della serie “Il commissario Spada”. Mio padre inventò la compagna aerea Gagliato Airways! Un amoroso tributo al suo paese d’origine.

One thought on “SI’: CE N’ERA PROPRIO BISOGNO

  1. Massimo Lavena

    Che meraviglia, Laura. Concordo con la tua riflessione sul senso e sulla necessità. Aggiungo che è importante pure l’azione di stimolo e riflessione che da un premio può arrivare. Come nel caso di tuo babbo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *