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SINTONIA

Per ascoltare invece di leggere:

Come me soni te ballo

Come mi suoni, io ti ballo. Vecchio detto popolare appreso dalla nonna calabrese. Suona un po’ vendicativo o quanto meno ripiccoso, e invece è proprio da questo vecchio detto che è partita la mia vocazione radiofonica, o per meglio dire all’ascolto.

Tra noi umani è questione di sintonia. L’importante è non parlare da soli, magari credendo di rivolgersi a qualcuno che non esiste o che è semplicemente …qualcun altro. Alle illusioni seguono le delusioni.

Bisogna insomma fare attenzione a chi c’è  davvero “dall’altra parte di noi stessi”. Qualcuno che suona una canzone che possiamo ballare? Qualcuno che suona una canzone che non balleremmo mai? O qualcuno che non “suona” proprio? Che risuona e basta e è contento così?? E’ san Paolo che usa in questo senso il verbo “risuonare” in quel famosissimo e splendido passaggio della prima lettera ai Corinzi: “se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non avessi l’amore sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna”. Sarei insomma uno strumento vuoto o rotto, capace di fare solamente rumore.

E allora torna in scena la nonna: come me soni, te ballo. Se suoni musica, io ballo la tua musica, anzi divento la tua musica.Ma se fai solo rumore o preferisci il silenzio, io che cosa ballo? divento sorda, muta, invalida.

E’ importante riconoscere la musica o la non-musica di chi abbiamo accanto.

Lavorando alla radio si è tentati di immaginare che quel pubblico invisibile e muto fuori dai nostri studi ciechi ci ascolti con attenzione e ci apprezzi indiscutibilmente, anche se non possiamo ricevere a conferma applausi o commenti. Non poterne avere facile riscontro incoraggia una ottimistica fantasia, ma dovrebbe indurre anche al dubbio.

Chi tace, non tace necessariamente perché non sa come esprimerci il suo amore. Forse tace perché non ha proprio niente da comunicarci, tanto meno amore.

“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non avessi l’amore…”

Entrare in sintonia coi silenzi è la cosa più difficile in questo mondo così rumoroso. Il rispetto è un esercizio, ed è allora che si manifesta anche il doveroso distacco. Infatti anche tra una nota e l’altra c’è spazio. Ma anche quello spazio è musica. E anche se è una musica triste, bisogna saperla riconoscere. Bisogna sapersi sintonizzare.

Come me soni, te ballo.

 

29 gennaio 2025

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