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TIRARE FUORI LE UNGHIE

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Qualche volta sento di pensare con le mie mani.  Grazie a loro, pensare e fare sono per me quasi la stessa cosa. E poi ci sono le unghie. Ex ungue leonem. Dalle unghie si capisce il leone. Le mie mani non sono molto curate. Per non parlare dei piedi. E sulle unghie neppure mi pronuncio.

Mio padre diceva che ho una bella mano, ma era per complimento. Ho una mano piccola, puerile. Per i guanti indosso la seconda bambini. Non me le merito delle belle unghie. E neppure so indossare anelli o bracciali, addosso a me sembrano sempre esagerati.

Per non parlare dei piedi, per non parlare dei piedi. Proprio non ci riesco a diventare una donna impeccabile. Quelle così le invidio.  Se riuscissi a essere “a modino”, forse mi sentirei anche meglio: precisa fuori, precisa dentro.Invece la mia vita è un caos. Ogni giorno lavo piatti, scrivo al computer, mischio colori, spolvero libri, sposto oggetti, tempero matite, incarto regali, impasto tarallini… Le mie unghie si spezzano, si sfaldano, si incrinano in continuazione… Forse protestano, a modo loro. Vorrebbero arrendersi molto prima di me.

Zia Anna le aveva bellissime, a mandorla, sempre smaltate di arancio vivo, come guarnizioni su pasticcini glassati. Fin dall’infanzia le mie erano sempre mangiucchiate, dal contorno incerto, irregolare, un dito diverso dall’altro. So che le unghie sono i confini “duri” del mio corpo: dalla loro cedevolezza e inconsistenza traggo indizi circa la mia personalità fragile e confusa, che preferirebbe fondersi col mondo oppure fuggirlo, invece che difendersene all’occorrenza, sfoderando artigli.

Poi un giorno ho incontrato G., che mi ha detto: “Le unghie sono gioielli”. G. è una donna molto navigata e gestisce un nail beauty center. Insomma un centro estetico per unghie. E’ una ferrata e agguerrita onicotecnica. Qualcosa di vagamente simile a quella che un tempo si chiamava manicure

Davvero G ha avuto una vita da film. Una vita spericolata Forse non è un caso che si sia dedicata con tanta passine a questa specializzazione, e per cui ha tato studiato. Ha capito l’importanza del tirare fuori le uinghie

Oggi la onicotencica è espolsa a tutti i lievelli. Non si vedono più in giro donne con le unghie corte, spezzettate, mal curate. (A parte me.)

Tutte, dalle professioniste alle cassiere di supermercato, dalle avvocatesse alle parrucchiere sfoderano artigli multicolori con cui ticchettano con noncuranzaa su tastiere di computer o con cui servono caffè al bar. Senza preoccuparsi minimamente che lo smalto si incrini. Le nuove tecniche infatti, grazie a speciali smalti e gel, permettono una tenuta lunghissima. Non solo: permettono unghie lunghe come protesi, anzi lunghissime, di cui neppure madre natura potrebbe dotare donne del nostro tempo che non hanno bisogno di affrontare fiere o di strappare radici.

Insomma è in atto la trasformazione filogenetica delle unghie! Sia che lavorino duramente, sia che svolgano mansoni meno faticose, tutte le donne oggi sono fintamente pluri-ungulate. E non è tutto: vi sono artiste di questo settore capaci di creare veri e propri microdipinti, delle vere mniature su ciascuna unghia: stelline, fiorellini, piccolissimi BabbiNatale o decorazioni le più svariate a seconda della stagione. A denotare il dilagante horror vacui grazie al quale si avverte a tutti i livelli l’impellente necessità di riempire e decorare ogni spazio vuoto: facciate delle case con chiassosi murales così come le unghie delle persone.

Pertanto proliferano estetici specializzati come quelli della mia amica G., anche se io vedo già segni che questa moda andrà spegnendosi. Unghie troppo aggressive usciranno prima o poi definitivamente di scena esattamente come le donne-coguaro o gli aggressive style degli anni ottanta che ormai non incantano più nessuno.

E’ vero, è ancora e sempre tempo , per donne e per uomini, di tirare fuori le unghie… Eccome. Ma forse arriverà prima o poi il momento in cui non sarà più necessario estendere al massimo l’appeal delle punte delle nostre mani per affermare carattere o personalità. Ci ricorderemo piano piano che anche dieci polpastrelli sguarniti sanno il fatto loro: intanto sono più pratici per preparare un amorevole ragù, strimpellare una chitarra o accarezzare un bambino. Per sentire che anche a mani nude possiamo fare, pensare, esserci.

 

17 gennaio 2025

One thought on “TIRARE FUORI LE UNGHIE

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