L’idea di questo recital sui cinque sensi per il Policlinico Gemelli di Roma svoltosi il 18 ottobre 2007, viene da lontano, da alcuni saggi realizzati per l’Università degli Studi Roma Tre sull’argomento. Decisivo, per il progetto, fu il sostegno di Nicola Cerbino, responsabile della Comunicazione dell’Università Cattolica.
L’ipotesi di fondo dello spettacolo era che il rapporto dell’uomo di oggi con la propria sfera “sensibile” sia solo apparentemente esaltato (viviamo dentro una ininterrotta tempesta di stimoli fin troppo provocatori), mentre di fatto la nostra percezione sia continuamente violentata e insieme repressa. Trasferendo nel formato teatrale.
Nei testi da me scritti tentai di umanizzare al massimo il rapporto di ciascuno di noi coi nostri cinque sensi, senza dimenticare di tarare tutto il discorso alla destinazione primaria e specifica del recital: l’intrattenimento dei degenti, l’invito a riflettere sul rapporto col proprio corpo, con la necessità di fronteggiare la malattia e/o la sofferenza interiore, interpretandole come un passaggio a volte inevitabile dell’esistenza. Per questo motivo, in tutti e cinque i monologhi è reiterata una frase che li lega e ne svela la coesione, a dispetto delle diversità stilistiche: “un giorno ci sarà solo musica”. Questa specie di “mantra” vuole evocare l’avvento di un’armonia futura, di una pacificazione dell’uomo con se stesso e con tutto il creato, quando tutto potrà essere goduto nel rispetto della persona umana, al riparo da qualsiasi squilibrio ed eccesso.
Coinvolsi nella parte autoriale due persone con cui all’epoca collaboravo. Il più anziano di loro firmò i monologhi sul gusto e sulla vista, io scrissi anche, a mia firma, quelli sul tatto e sull’udito, e l’autore più giovane scrisse e firmò il suo pezzo sull’odorato. Nei testi si alternano corde drammatiche e comiche.
Lo spettacolo ebbe una seconda replica allo Spazio Etoile di Roma in piazza san Lorenzo in Lucina, il 28 febbraio 2008, in occasione di un convegno medico.
Gli eccellenti e prestigiosi interpreti dei cinque monologhi furono Arnaldo Ninchi (il Gusto), Mariano Rigillo (il Tatto), Pietro Longhi e Nino Castelnuovo (la Vista), Angiola Baggi (l’Udito), Sergio Ammirata (L’Olfatto). Le musiche furono firmate dagli Echoesthree ed eseguite da Stefano Fusiello al pianoforte e da Giordano Riem al sax. Dello spettacolo furono realizzati anche due CD, uno dedicato alla parte teatrale, uno coon la ricca e variegata colonna sonora. Nell’insieme un progetto molto articolato.
Nelle foto in alto: il parterre degli interpreti (Ninchi, Rigillo, Castelnuovo, Baggi, Ammirata) con, ultimo a destra, in piedi, Nicola Cerbino; poi il monologo di Nino Castelnuovo. Qui sotto, fasi di prove tecniche e attesa. Nella foto a sinistra: Anraldo Ninchi e Angiola Baggi, nella foto a destra Mariano Rigillo con i tecnci del suono Adriano Vitali e Alvaro D’Amico.