Nel foyer del teatro del Museo Nazionale Romano a Palazzo Altemps , esposizione del ciclo Faust della Misericordia
11 pannelli a tecnica mista di Laura De Luca
Dibattito introduttivo
con
Donatella Caramia, neurologa e docente di Psicologia della Musica, Università di Roma Tor
Vergata
Rino Caputo, pro Rettore Cultura Università di Roma Tor Vergata
Idalberto Fei, regista e scrittore
Gianpiero Gamaleri, Preside Facoltà di Scienze della Comunicazione Università Telematica
Uninettuno
Gianpiero Jacobelli, Professore di Filosofia e Etica della Comunicazione, Sapienza, Università di
Roma
e con
Alessandra Capodiferro, direttrice del Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps
Glauco Mauri legge passi da Faust Prima parte di J Goethe
L’enorme successo del mito di Faust nella letteratura e nell’arte europee testimonia non solo la fascinazione per
suggestioni paranormali e frequentazioni demoniache, ma le infinite possibilità che si aprono all’uomo, quando,
sollecitato dalle conquiste del progresso, non smette di avvertire la tentazione di oltrepassare i propri limiti
intellettuali e fisici.
“Forzare la natura” rappresenta davvero quel punto critico in cui l’uomo si pone in atteggiamento di sfida verso
il creatore, o non dobbiamo piuttosto intendere parte della stessa natura dell’uomo la spontanea ambizione a
raggiungere l’assoluto?
Sono innumerevoli i campi in cui è possibile oggi ritrovare Faust redivivo nella sua smania di vincere i propri
limiti e individuare così, moltiplicate, le promesse del demonio: dalla selezione della razza alle manipolazioni
genetiche, dal disprezzo del creato agli integralismi, dall’espansione tecnologica della percezione (web, satelliti)
fino al trans umanesimo.
Ma proprio queste continue provocazioni della creatura a superare se stessa (e, insieme, tutto il creato) ne
dichiarano i limiti, svelando quell’inespresso bisogno di misericordia trascendente che Goethe incarnò
perfettamente nel sacrificio di Margherita.
Faust è dunque l’uomo della misericordia tacitamente invocata: la superbia del sapere smaschera i propri stessi
limiti e finisce per pacificarsi solo al di fuori di sé, grazie a un gratuito atto d’amore.