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BELLA ADDORMENTATA

Non lo so quando ho smesso di credere a Babbo Natale. Certamente tardi. Fino a poco tempo fa, se qualcuno mi avesse portato argomenti, non dico validi, ma semplicemente argomenti, anche mediocremente supportati, avrei ricominciato a crederci volentieri, anche contro ogni evidenza. Ero anche ben disposta nei confronti dell’esistenza degli alieni. Semplicemente perché la cosa è divertente, semplicemente perché è possibile. Perché è proprio il possibile che mi manca, nella sua parentela con l’assurdo.

Ma manca solo a me: invece il nostro tempo si sazia di certezze. Ormai solo la matematica sembra avere diritto di cittadinanza negli pseudo-pensieri dei miei simili. La matematica ovvero l’economia, il calcolo, la previsione ragionevolmente certa, la funzionalità, la scambiabilità, la geometrica proiezione del tutto, la somma degli addendi, l’arrovellarsi per andare avanti, dove non importa, andare comunque, indipendentemente dall’esistenza di una meta, solo per assicurarsi  la propria sussistenza, la propria routine, la propria sopravvivenza fisica, il proprio piccolo ben-essere, l’irrigazione del proprio orto, la fortificazione del proprio bunker.

Scopro dunque solo oggi che mai più nessuno mi porterà argomenti sull’esistenza di Babbo Natale. Che nessuno accetterà con me la coltivazione dell’incertezza, dell’imprevedibilità, di quelle zone d’ombra dove tutto è possibile (dove il tutto è possibile, specialmente l’assurdo), dove ci vuole la forza di sperare, di inventare, di andare controcorrente, di sfidare il mondo, e di crederci davvero, che un giorno ci sarà solo musica.

Non lo so quando ho smesso di credere a Babbo Natale, ma so quando ho smesso di sognare: poco fa. Fino a ieri ho dormito. Ora realizzo che è più facile chiudere che aprire, che è più conveniente stare fermi invece di volare, che è più logico armarsi con gli Stinger, i droni e gli anticarro, oppure con le parole oppure con i silenzi,  piuttosto che ostinarsi a credere, come suggeriva qualcuno, che due più due faccia cinque. Due più due farà sempre e solo, tristemente e prevedibilmente, quattro.

11 aprile 2022