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CHE COSA CI STA SUGGERENDO IL COVID

Che forse non siamo il centro dell’universo. Sì, qualcuno già lo sospettava. Ma la teoria tolemaica è dura a morire e se in quattro secoli quasi tutti si sono convinti che il sole non gira intorno alla terra, l’uomo si ritiene ancora il fulcro del cosmo. Basterebbe citare Platone, Cartesio, Kant, perfino Marcuse, Fromm e Jovanotti (E’ per te che sono verdi gli alberi/ e rosa i fiocchi in maternità) per convincersi che non basteranno eserciti di Darwin a ridimensionare la prosopopea dell’uomo sulla terra, la ferrea certezza che tutto sia in funzione “nostra”. Ammettiamolo: ancora oggi ci riteniamo gli unici autorizzati alla supremazia del pensiero e alla cittadinanza “ontologica” su questo pianeta.  Basta ascoltare le argomentazioni della cosiddetta scienza sull’esistenza degli alieni: nessuno li ha mai visti ergo non esistono. Ma che cosa vuol dire “vedere”? Esiste dunque solo ciò che vediamo e tocchiamo’? E se esistessero forme di vita che sfuggono alla nostra limitata percezione e perfino ai nostri microscopi atomici?

Il quasi invisibile Coronavirus non sfugge ma ci sta provando, a ridimensionarci. E non solo perché ha messo in luce la fragilità della macchina uomo e la beffa della globalizzazione, non solo perché ha inasprito pretestuose divisioni ideologiche (vax, no vax, apocalittici, increduli, complottisti, allineati etc etc), ma perché sta insinuando un dubbio ben più definitivo e metafisico.

Il virus, ogni virus, non è che DNA, ovvero sintesi di informazioni biologiche, cioè vita allo stato elementare eppure evoluta, con, intatta, la caratteristica fondamentale di ogni forma di vita: la parassitarietà. Detto altrimenti: mors tua vita mea. Per vivere, ogni organismo tende a sopraffare l’altro, non prendiamoci in giro con le utopie sulla solidarietà universale. Potendo scegliere, la stragrande maggioranza dei viventi, incluso il “grande” uomo, preferisce sopravvivere anche a scapito di altri, piuttosto che sacrificarsi. Fatti salvi gli atti di eroismo.

E allora quale sospetto ci sta insinuando il virus, nel tragicomico alternarsi di ottimismo e paure che si è ingenerato dall’inizio dell’anno 2020, nei deliranti proclami di politici e pseudoscienziati? Che questa sintesi di informazioni biologiche racchiuse dentro una specie di navicella spaziale pronta a sbarcare su qualsiasi pianeta-organismo vivente per colonizzarlo, sia il vero, l’unico centro dell’universo: il virus (non solo il Coronoavirus) è vita allo stato puro, fiero e indomabile DNA, che nel cosmo si evolve continuamente alla ricerca della sua forma più resistente, coriacea, combattiva, ragionevole e “giusta”. E la vita non è il fiore di mandorlo che sboccia a primavera o il rondinotto nel nido: la vita è lotta, guerra, scontro, sopraffazione, sangue, violenza. forse il virus sta verificando se la specie uomo è ancora adatta alla vita. Forse il pianeta uomo non è quello giusto su cui far attecchire la ragione, l’equilibrio, la saggezza del cosmo, con tutto quel tanto di violenza che questo comporta. Non che il pianeta uomo debba essere distrutto, ma forse geneticamente modificato sì. E ci vuol altro che un vaccino, Pfizer o Astrazeneca che sia. Vedremo allora in quale direzione.

23 gennaio 2022