Per la seconda volta, la salesiana suor Maria Ossi mi invitava ad occuparmi di cinema, stavolta dal punto di vista femminile, alla ricerca di certi stereotipi relativi all’immagine della donna nel cinema occidentale di fine secolo. Accettai per cortesia e per rispetto dell’età della richiedente, perché normalmente non amo parlare da donna delle donne (come spiego in un’altra pubblicazione); considero questa la via più diretta per accentuare la segregazione culturale del mio sesso. Il mio contributo fu pubblicato nel saggio Donne e cinema nell’Europa del Duemila a cura di Eusebio Ciccotti da Demian Edizioni nel 1994