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LA PORTA APERTA – Una intervista immaginaria a Joseph Ratzinger Benedetto XVI

Una intervista immaginaria a Jospeh Ratzinger papa Benedetto XVI. Il testo

PARTE PRIMA. LA FEDE

GIORNALISTA

Grazie, Padre Santo, per questa intervista.

BENEDETTO XVI

Non c’è bisogno di ringraziare. Siamo qui, di fronte alla verità…

GIORNALISTA

Non le chiederò perché. Intendo… quel perché.

 BENEDETTO XVI

E non è proprio quello che tutti vorrebbero sapere?

 GIORNALISTA

Non io.

BENEDETTO XVI

La superbia è il primo dei sette vizi capitali, figlia…

GIORNALISTA

E la delicatezza non è una virtù?

BENEDETTO XVI

Dipende.

GIORNALISTA

Per me è come essere entrata in chiesa. Da ora in poi so di dover parlare a bassa voce. Mentre porle certe domande sarebbe come gridare.

BENEDETTO XVI

E dove saresti entrata esattamente? O piuttosto… dove vorresti poter entrare?

GIORNALISTA

Sulla soglia del mistero di una coscienza. Dunque non un passo di troppo, da parte mia O più semplicemente sono entrata nella modesta residenza di un fragile vecchio che ha appena rinunciato al papato.

BENEDETTO XVI

Ma non saresti qui senza quella rinuncia.

GIORNALISTA

E’ vero.

BENEDETTO XVI

E dunque? Sei sicura che non mi chiederai quel perché?

 GIORNALISTA

Sono sicura che mi sforzerò di non farlo.

BENEDETTO XVI

Chiedendomi che cosa, invece?

GIORNALISTA

Chiedendole della fede. Per incominciare. Della cui corretta dottrina lei, prima di diventare papa, è stato attento e rigoroso custode.

BENEDETTO XVI

La fede. Un compito immane. Forse più del papato. E’ stata necessaria infinita umiltà e tenacia.

GIORNALISTA

Per custodirla?

BENEDETTO XVI

Per trovarla, in questo mondo. In questo uomo.

GIORNALISTA

Lei afferma questo?

BENEDETTO XVI

E chi, se non un custode?

GIORNALISTA

Un custode protegge ciò o chi gli è affidato con certezza. Non ha bisogno di cercarlo e tanto meno di trovarlo. O come potrebbe custodire ciò che neppure vede, riconosce?

BENEDETTO XVI

Il punto è questo. Nel nostro mondo il tesoro da custodire sfugge continuamente a se stesso. Il tesoro è trasparente. Dunque la prima custodia è una specie di avvistamento, di inseguimento. Non può essere altrimenti, pensaci.

GIORNALISTA

Lei ha dunque …inseguito la fede? Inclusa la sua?

BENEDETTO XVI

In un certo senso.

GIORNALISTA

…La sua stessa fede …di uomo di fede?

BENEDETTO XVI

Ti meravigli?

GIORNALISTA

E dove l’ha inseguita?

BENEDETTO XVI

In questo …mare di nulla.

GIORNALISTA

Lei è troppo “tedesco”. Senza offesa.

BENEDETTO XVI

Può anche darsi.

GIORNALISTA

…Alle sue spalle ci sono i fantasmi di Nietzsche, di Heidegger, di Hitler, le ombre di Auschwitz e i bagliori della bomba atomica…Insomma il nulla.

BENEDETTO XVI

Ma ci sono anche le sinfonie di Beethoven, le intuizioni di Einstein, l’ironia di Grosz, le visioni di Hermann Hesse…

GIORNALISTA

Il nichilismo è tenebra e luce. Il nichilismo è questa atroce lotta di opposti. La sostanza non cambia, padre santo. Lei, più di tutti, dovrebbe saperlo…

BENEDETTO XVI

Proprio per questo l’avventura della custodia è stata tanto più appassionante, tanto più necessaria, e anche tanto più dolorosa.

GIORNALISTA

Ma oggi lei si sente più custode o più papa?

BENEDETTO XVI

E non è forse la stessa cosa?

GIORNALISTA

Questo vuol dire che non può rispondermi?

BENEDETTO XVI

Ricordi la storiella del clown?

GIORNALISTA

Il clown?

BENEDETTO XVI

Chi tenta di diffondere la fede in mezzo agli uomini d’oggi, può avere l’impressione di essere un pagliaccio, oppure addirittura un resuscitato da un vetusto sarcofago, che si presenta al mondo odierno avvolto nelle vesti e nel pensiero degli antichi, e pertanto nell’impossibilità di comprendere gli uomini dell’epoca nostra e di essere compreso da loro… [1]

GIORNALISTA

Questo capita a chi tenta oggi di diffondere o piuttosto di difendere la fede?

BENEDETTO XVI

Diffondere la fede comporta difenderla “dalla potenza inarginabile dell’incredulità”.[2]

GIORNALISTA

Cioè di nuovo dalla tentazione del nulla.

BENEDETTO XVI

Sei figlia del tuo tempo. La conosci, non l’hai provata anche tu?

GIORNALISTA

Ogni giorno.

BENEDETTO XVI

Allora sei …“tedesca” anche tu?

GIORNALISTA

Sapevo del suo humor.

BENEDETTO XVI

Io amo Mozart. E i gatti. Hai notato quanto humor hanno i gatti?

GIORNALISTA

Io ho studiato Heidegger e Nietzsche, lo ammetto. E non hanno alcuno humor.

BENEDETTO XVI

Per questo ne sei stata sedotta.

GIORNALISTA

Come lo sa?

BENEDETTO XVI

Ho studiato gli uomini. Anche se mi hanno bollato come un algido teologo tutto preso solo dai suoi studi. Ma per difendere la fede devi difendere soprattutto gli uomini.  E per difenderli devi capirli, riconoscerli… E allora, anche in quella severa congregazione che ho servito per tanti anni non si tratta più tanto di questa o di quella questione, di cui magari talvolta si discute – l’Assunzione di Maria o la sua negazione, la confessione in un modo o in un altro –  aspetti tecnici che passano decisamente in secondo piano. Si tratta veramente del tutto: tutto o nulla. [3]

GIORNALISTA

Ma insomma che cosa avrebbe a che fare lei, uomo di così solida fede, di tanta sterminata spiritualità… con il nulla…?

BENEDETTO XVI

Molto più di quanto tu creda. E non perché “sono tedesco”. Ma perché il nulla è l’unica alternativa che resta all’umanità (…). Dovunque si volga lo sguardo, non si scorge altro che il buio baratro del nulla.  Vale anche e soprattutto per chi ha fede. O per chi pensa di averla. [4]

Dunque è questa la sola questione da …custodire.

GIORNALISTA

No, non la seguo.

BENEDETTO XVI

Hai mai guardato dentro a quel baratro? Tu sai oppure no di che parlo? Hai letto qualche libro?

GIORNALISTA

Io ne ho sfogliati, e …

BENEDETTO XVI

Insieme alla fede, è quel baratro che io ho custodito. Non potevo fare altrimenti. E’ l’incredulità del mondo che ho custodito. Inclusa la tua.

GIORNALISTA

Allora anche di questo dovrò ringraziarla?

BENEDETTO XVI

Forse.

GIORNALISTA

Io so di doverla ringraziare, padre santo, certamente. Ma vorrei capire esattamente per che cosa. Siamo lontani anni luce, noi due. Lei un vecchio ex papa, io una assai meno vecchia, ostinata miscredente. Lei fine teologo, io povera laica, lei ispirato mistico, io misera materialista…

BENEDETTO XVI

Forse del dubbio, dovrai ringraziarmi.

GIORNALISTA

Ne ho tanti, su un’infinità di questioni. Sta dicendo che potrà dissiparli?

BENEDETTO XVI

Non hai inteso che preferisco alimentarli?

GIORNALISTA

Come dice?

BENEDETTO XVI

Se la barca del credente naviga costantemente lambita dal baratro del nulla, dalla tentazione che la sua fede non abbia niente a che vedere con la realtà… che sia solo immaginazione o fantasia… ti pare che al non credente le cose vadano molto meglio?

GIORNALISTA

Eppure in genere oggi chi non crede si mostra molto sicuro del fatto suo… Anzi fiero.

BENEDETTO XVI

Ma per quanto energicamente possa atteggiarsi a positivista, che già da un pezzo si è lasciato alle spalle ogni tentazione e suscettibilità soprannaturale (…), la segreta incertezza se il positivismo abbia davvero l’ultima parola non lo abbandonerà mai. Come succede al credente, sempre mezzo soffocato dall’acqua salmastra del dubbio (…) così esiste sempre anche per l’incredulo il dubbio sulla sua incredulità. [5]

GIORNALISTA

Sa che le sue parole, adesso adesso… mi hanno risvegliato un ricordo…?

BENEDETTO XVI

E me ne vorresti parlare?

GIORNALISTA

…Quando ero bambina le zie mi regalarono una madonnina di plastica protetta da una teca trasparente. Io la pregavo che mi facesse guarire presto dalla febbre, che mi parlasse, mi desse un segno. Ma già allora lo sapevo che mi stavo solo illudendo, che parlavo solo a un pezzetto di plastica… E tuttavia…

BENEDETTO XVI

E tuttavia speravi che qualcuno ti ascoltasse, oh non troppo disincantata bambina…

GIORNALISTA

Lo speravo.  E in un certo senso lo spero ancora.

BENEDETTO XVI

Vedi? Chi pretende di sfuggire l’incertezza della fede dovrà poi fare i conti con l’incertezza dell’incredulità, la quale, dal canto suo, non potrà mai nemmeno dire, con inoppugnabile certezza, se la fede non sia realmente la verità. [6]

GIORNALISTA

Ma che cos’è la verità?

BENEDETTO XVI

No, non ti si addice fargli il verso.

GIORNALISTA

A Pilato? Ma io gli assomiglio, glielo assicuro! Tutti, in questo tempo, gli assomigliamo. E lei lo sa fin troppo bene. Tutti ce ne laviamo le mani! E se Cristo è ancora e sempre la Verità, se anche scendesse di nuovo su questa terra… chi tra di noi saprebbe più riconoscerlo? Non affoghiamo nel nulla (magari fosse!), ma nel tutto-è-possibile, dunque nel tutto-è-lecito. Ovvero nella marea dell’indifferenza.

BENEDETTO XVI

Relativismo.

GIORNALISTA

Lo so che lei lo conosce fin troppo bene. E lo so che si è battuto perché….

BENEDETTO XVI

Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo…Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. [7]

GIORNALISTA

E dunque. Come ci salveremo?

BENEDETTO XVI

Non lo so, figlia. Forse, con un “forse”.

GIORNALISTA

Ancora relativismo? Un “forse”? Combatteremo il male con il male stesso?

BENEDETTO XVI

Sì, perché il “forse” è quella ineluttabile tentazione alla quale l’uomo non può assolutamente sottrarsi.[8] Forse Dio è immaginazione. Forse invece è semplicemente la verità.

GIORNALISTA

Ha detto… “Dio”?

BENEDETTO XVI

Ti autorizzo. Ripetilo pure. Non sarà averlo invocato invano.

 

PARTE SECONDA. DIO

GIORNALISTA

Lo sa che ci siamo già incontrati? Prima di ora, intendo.

BENEDETTO XVI

Così, faccia a faccia come ora? (ride)

GIORNALISTA

Venne a trovarci alla Radio Vaticana, in occasione del 75° anno di fondazione. Era il marzo 2006. Io all’epoca lavoravo lì come giornalista.

BENEDETTO XVI

Ricordo quella giornata. Quanta cordialità. Quanto orgoglio professionale. Bravi. Mi faceste accomodare in studio. Molto emozionante…

GIORNALISTA

I colleghi fecero a gara per essere seduti in quella regia di fronte a lei. Per condurre quella diretta. Il papa ospite speciale …alla radio del papa!

BENEDETTO XVI

Ah, lo immagino. Ma un papa dev’essere proprio sempre un ospite speciale?

GIORNALISTA

Credo di sì.

BENEDETTO XVI

Credo anche io. Non si scappa.

GIORNALISTA

Essere sotto i riflettori le dispiaceva?

BENEDETTO XVI

Mi stancava un po’.

GIORNALISTA

Nel nostro caso posso crederci! Le fecero percorrere tutti i quattro piani della nostra sede, tutte le quaranta redazioni linguistiche, le dodici regìe, le sale controllo, perfino i ripostigli delle scope e gli stanzini dei grandi server… In ognuno di questi spazi c’era qualcuno col cuore in gola di vedere lei nelle nostre postazioni quotidiane di lavoro, in mezzo ai nostri macchinari. Furono spolverati tutti gli angoli, i registratori, gli scaffali degli archivi, lucidati gli appendiabiti, le aste dei microfoni, i portapenne…

BENEDETTO XVI

Sono entrato dunque anche nella tua redazione?

GIORNALISTA

Accompagnato da padre Lombardi. Ognuno di noi voleva dirle una parola, esibire qualcosa di sé, darle conferma che eravamo coscienti di fare il massimo. Che lavoravamo per il mondo, come ha detto di recente Roberto Colangeli. Nonostante tutti i nostri limiti, le nostre miscredenze…

BENEDETTO XVI

Colangeli?

GIORNALISTA

Un mio amico. Tecnico del suono.

BENEDETTO XVI

E anche tu eri cosciente di lavorare “per il mondo”?

GIORNALISTA

Io però non osai dirle nulla.

BENEDETTO XVI

La modestia si addice a una signora…

.GIORNALISTA

Non era solo questo, anche se apprezzo che l’apprezzi.

BENEDETTO XVI

E cosa?

GIORNALISTA

Volevo….Volevo carpirle il segreto.

BENEDETTO XVI

Di cosa?

GIORNALISTA

Della sua fede.

BENEDETTO XVI

E come avresti potuto?

GIORNALISTA

Guardandola bene negli occhi. Così pensavo. L’illusa.

BENEDETTO XVI

Davvero?

GIORNALISTA

Non le ero mai stata così vicina. In un attimo mi dissi che nei giorni, nei mesi, negli anni seguenti avrei continuato ad ascoltare e montare i suoi discorsi, la sua voce. Che l’avrei vista altre cento volte sui monitor, durante le cerimonie, i viaggi, le radiocronache dalla basilica… Che avrei assorbito l’immagine quasi pubblicitaria e inflazionata della sua persona, mediata dagli obiettivi dei fotografi, dei cameramen di tutto il mondo. Ma che non l’avrei mai più avuta un’altra volta così a portata di sguardo. Ma di tutto questo lei certamente non ricorda nulla…

BENEDETTO XVI

E me ne dispiace…

GIORNALISTA

Io approfondii il mio sguardo. Altro che modestia. Anzi lo affondai. Fui sfacciata, sfrontata. Diciamo aggressiva.

BENEDETTO XVI

Non lo credo possibile…

GIORNALISTA

Eccome. Tanto che lei se ne accorse. Ma non può ricordare, fu un istante. E del resto chissà quante altre volte, tra la gente che le è passata vicina alle udienze, nei viaggi…. altri come me avranno osato sguardi ancora più sfrontati e avidi del mio. E tuttavia mi rispose con un’occhiata intimidita e quasi allarmata. Da bambino. Un’occhiata certamente interrogativa, e sulla difensiva. Avrà temuto che volessi aggredirla, che fossi una terrorista infiltrata. Capii di essere stata inopportuna. Mi arresi. Capii che una donna non può guardare così un papa se non un attimo prima di gettarglisi ai piedi, di baciargli le mani. Capii soprattutto che uno sguardo rubato non può sciogliere il mistero della fede.

BENEDETTO XVI

E tu davvero pensavi, solo guardandomi, di carpire quel mistero?

GIORNALISTA

Di estorcerle qualcosa, sì. Una briciola del suo spirito mi sarebbe bastata per …per sbirciare dentro Dio.

BENEDETTO XVI

Forse.

GIORNALISTA

E’ ironico?

BENEDETTO XVI

Solo un altro modo di essere serio.

GIORNALISTA

E così le basta farlo viaggiare su un “forse”, il creatore di ogni cosa? Un avverbio così instabile che è come una barchetta di carta… ?

BENEDETTO XVI

…  Un momento. Hai detto “carta” e all’improvviso mi è tornata in mente la grotta di cartapesta del presepe…

GIORNALISTA

Che presepe?

BENEDETTO XVI

Quello che mio fratello Georg e io costruivamo nella nostra casa di Marktl am Inn. Un ricordo per uno, vedi? Era sufficiente quella carta stropicciata a darci la certezza di vederlo in mezzo a noi, Dio. Quasi potesse spuntare su dalle nostre stesse montagne. Quelle di carta e anche quelle vere, le nostre Alpi.

GIORNALISTA

Eravate due bambini. Abituati alle favole.

BENEDETTO XVI

Io lo sono ancora oggi.

GIORNALISTA

Infatti ci vuole purezza per credere in Dio. Era proprio questo che cercavo nel suo sguardo, Santità.

BENEDETTO XVI

Tu dai per certo che io gli creda.

GIORNALISTA

Non è così?

BENEDETTO XVI

Non lo so.

GIORNALISTA

Che dice?

BENEDETTO XVI

A volte mi dimentico. Sarà l’età.

GIORNALISTA

Cosa dimentica?

BENEDETTO XVI

Se credo perché altri credono, e hanno creduto prima di me, oppure se credo perché altri continuino a credere in futuro, forti del fatto che io creda, credendo a me che -presumono- credo. E allora so che su di me grava una responsabilità tremenda: devo a tutti i costi continuare a credere. Anche se per caso non volessi credere più.

GIORNALISTA

E’ questa la responsabilità di chi guida la barca di Pietro?

BENEDETTO XVI

E’ questa, sì.

GIORNALISTA

Ma almeno lo sa chi è quel Dio in cui lei forse crede o ha creduto, in cui altri credono o hanno creduto o crederanno ancora?

BENEDETTO XVI

E’ l’invisibile che sta sotto al visibile. Questo è semplice da capire. E anche da sentire.

GIORNALISTA

Ma se è invisibile, a che serve?

BENEDETTO XVI

E’ proprio quello che si chiedono tutti. Purtroppo. Se non si vede, a che serve Dio? Non è… pratico! Può essere al massimo la guarnizione del nostro fallace e impalpabile mondo interiore. Potrà consolarci, se pure. Ma non ci aiuterà certo a cambiare il mondo.

GIORNALISTA

Forse il mondo non vuole essere cambiato.

BENEDETTO XVI

O forse finora gli uomini, inclusi quelli di buona volontà, hanno tentato di cambiarlo partendo dal lato sbagliato.

GIORNALISTA

Quale?

BENEDETTO XVI

Quello della prassi. Il lato delle cose visibili.

GIORNALISTA

Ce ne sono altre?

BENEDETTO XVI

Tu mi provochi, figlia?

GIORNALISTA

Non volevo, padre: mi chiedo sinceramente quali altre cose ci siano, oltre a quelle visibili.

BENEDETTO XVI

Hai ragione. Avete ragione tutti. E alla fine mi date ragione. Purtroppo.

GIORNALISTA

Su cosa?

BENEDETTO XVI

Non importa, adesso. Vedi, l’uomo è creato in modo tale che i suoi occhi sono in grado di vedere unicamente ciò che Dio non è. (…) E’ un fatto. Dunque in questo raggio visivo e percettivo che circoscrive l’ambiente esistenziale dell’uomo, Dio non compare ne mai comparirà, per quanto tale raggio si possa allargare.[9]

GIORNALISTA

E se non vedo, se nessuno di noi vede, se siamo tutti Tommaso, come potremo credere?

BENEDETTO XVI

Sei arrivata al centro della questione, figlia. Credere vuol dire aver deciso che nel cuore stesso dell’esistenza umana c’è un punto che non può più essere alimentato e sostenuto solo da ciò che è visibile e percettibile, ma dove si incontra l’invisibile. [10] Nel bene o nel male. Per eccesso o per difetto.

GIORNALISTA

Alla maggioranza di noi questo invisibile non basta, non può bastare.

BENEDETTO XVI

Perciò la maggioranza non crede più. Perché credere vorrebbe dire poter riconoscere che questo invisibile è invece qualcosa di genuinamente reale e basilare [11] .Qualcosa che sta letteralmente alla base di tutto il resto.

GIORNALISTA

… ma non siamo fatti per questo.

BENEDETTO XVI

Lo eravamo. Un tempo, forse….

GIORNALISTA

Oggi noi umani siamo fatti per stare nel fango. Per sporcarci. E per essere fieri di poterci sporcare. La verità non esiste indipendentemente dai nostri sforzi. Dobbiamo costruirla con le nostre mani.  La storia, la scienza. I fatti, le prove, la tecnica…

Materialismo, prassi, positivismo, scientismo, pragmatismo, demitizzazione, intellettualismi di ogni tipo…. Dobbiamo fare. Fare, e disfare per poi ricominciare a fare. Continuamente. Non possiamo presumere che la verità da sola porti il mondo a diventare giusto. Noi …non ci fidiamo della Verità.

BENEDETTO XVI

Lo so. So tutto.

GIORNALISTA

E allora?

BENEDETTO XVI

E allora io facevo il papa. Che altro potevo fare? Dovevo almeno provarci, a convincervi del contrario. A fidarvi della Verità.

GIORNALISTA

E perché usa l’imperfetto?

BENEDETTO XVI

Perché ho smesso di essere papa, no?

GIORNALISTA

Significa che ha smesso anche di provare a convincerci?

BENEDETTO XVI

Mi sono rimesso alla preghiera.

GIORNALISTA

E perché questa cosa mi fa sentire sola?

BENEDETTO XVI

Perché non ti fidi della mia preghiera. Perché non ti fidi della Verità.

GIORNALISTA

Quella Verità che si fa da sola?

BENEDETTO XVI

Prima o poi sì.

GIORNALISTA

Anche se un papa lascia il suo posto?

BENEDETTO XVI

Anche.

GIORNALISTA

Parliamo ancora di Dio, perfavore. Mi manca. Non gli ho mai creduto… eppure mi manca, mi è sempre mancato. Come mi manca il passato, l’infanzia, come mi mancano i vecchi saggi di una volta, e il libretto di preghiere della nonna, scritto a lettere grandi proprio per quei vecchi che non ci vedono più, ma che forse non hanno più bisogno di vedere…

BENEDETTO XVI

Dio ti manca come le tue radici?

GIORNALISTA

Forse.

BENEDETTO XVI

Ma il Dio cristiano non appartiene al passato. Appartiene al presente. Non sta fuori da questo mondo e da questo tempo, al contrario.

GIORNALISTA

Gli uomini lo sentono così, invece. Era quello che diceva lei prima, a proposito del clown. Chi tenta di diffondere la fede in mezzo agli uomini di oggi, può avere l’impressione di essere un resuscitato da un vetusto sarcofago… Roba vecchia.

BENEDETTO XVI

Eppure Dio è entrato nella storia. Si è fatto uomo in mezzo a noi.

GIORNALISTA

E’ successo troppi secoli fa. Lo ha fatto troppo lontano da noi, dal progresso, dalla scienza, da tutto quello che ci spinge in avanti. Che ci obbliga a fare. A fare e a disfare.

BENEDETTO XVI

Quanto mi piacerebbe convincervi che continua a farsi uomo ogni giorno, ogni istante. Anche adesso.

GIORNALISTA

E’ questa la rivelazione?

BENEDETTO XVI

E’ questa. Dio si è manifestato veramente.

GIORNALISTA

Ma manifestandosi, ha anche permesso agli uomini di ucciderlo. Dio è morto… Si è avvicinato troppo. No, è un mistero troppo insopportabile quel mistero che accetta di essere rivelato…

BENEDETTO XVI

Lo so, figlia. Noi uomini restiamo quasi ammutoliti (…) e ci chiediamo se in fin dei conti non sarebbe stato per noi più  facile credere in un Eterno che restasse avvolto nel mistero. (…) Ci chiediamo se non sarebbe stato quasi meglio che Dio ci avesse lasciati a una distanza infinita … rimanendo mistero continuamente inafferrabile [12].

GIORNALISTA

Sta dicendo che l’uomo di oggi non si merita il Dio cristiano? Il Dio del qui e ora? Il Dio presente che quasi puoi toccarlo?

BENEDETTO XVI

Sì. Forse questo Dio è troppo per questo uomo. Forse è necessario che dilegui definitivamente, ancora e sempre. Che si lasci sempre più allontanare intanto che l’uomo, questo uomo, si faccia convinto della Verità. Ma tanto lo so che tra un istante me lo chiederai, quello che in cuor tuo già ti stai chiedendo. E che ti sei già chiesta.

GIORNALISTA

Che cosa?

BENEDETTO XVI

Dillo tu.

GIORNALISTA

Che cos’è… la Verità?

 

PARTE TERZA. PERCHE’

GIORNALISTA

Padre, io non le chiedo il perché, -glielo avevo promesso- ma quel perché sta venendo avanti da solo, anche se io non lo chiamo, anche se io mi sforzo di ignorarlo.

Io davvero non vorrei chiederle la ragione per cui… ma la risposta viene su per conto proprio… Avanza tra le pause di questa nostra conversazione come un ronzio di mosca… Non la sente?

BENEDETTO XVI

Quale risposta? A quale domanda?

GIORNALISTA

Lo sa benissimo. Quella domanda che tutti ci siamo posti e che continuiamo a porci. Quella domanda indelicata, volgare, che io non volevo neppure pensare. E quella risposta che non oso immaginare. Che ancora mi rifiuto di immaginare…

BENEDETTO XVI

La risposta alla domanda: perché ho rinunciato?

GIORNALISTA

Perché le forze le venivano meno, ha detto.

BENEDETTO XVI

Sì, l’ho detto.

GIORNALISTA

…in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est….

 BENEDETTO XVI

…qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam.

GIORNALISTA

Nessuno ci ha creduto.

BENEDETTO XVI

Lo so.

GIORNALISTA

Lo sa?

BENEDETTO XVI

Volevo che non mi credessero.

GIORNALISTA

No, di nuovo non la seguo, mi scusi. Hanno tirato in ballo qualunque cosa, pur di non credere a quella scusa banale. Infangandola, perfino. Lo sa? Scandali, preti pedofili, mafia, corruzione, denaro riciclato, vescovi scismatici, perfino l’offesa provocata dalle reazioni al suo discorso di Ratisbona…. Tutto hanno chiamato in causa meno che la ”diminuzione del vigore”…

BENEDETTO XVI

Eppure nessuno può negare che le forze mi vennero meno. Alla mia età. Anche se non mi vennero meno in quanto io fossi particolarmente vecchio, o traballante o malato…

GIORNALISTA

Ma invece perché…..?

BENEDETTO XVI

Perché la vecchiaia è del mondo, soprattutto. Non soltanto mia. Dunque, tecnicamente, non sono io che ho rinunciato.

GIORNALISTA

Come, scusi?

BENEDETTO XVI

E’ l’uomo che ha rinunciato a cercare l’essenza nascosta delle cose, a scandagliare la sostanza dell’essere.[13] E’ l’uomo di oggi che è vecchio. Che assomiglia in tutto e per tutto all’uomo di ieri, dell’altro ieri. Desolante tragedia. Sconforto.  E’ l’uomo che si ostina a guardare indietro, illudendosi invece di guardare avanti. E io, vestito così… di questo bianco che mi acceca… Io investito di questo compito immane, che posso farci? Sono meno che un clown. Meno che un pagliaccio da circo.

GIORNALISTA

Non dovrebbe importarle…

BENEDETTO XVI

Pensi davvero che mi preoccupi apparire un buffone? Non è certo questo.

GIORNALISTA

E cosa allora?

BENEDETTO XVI

Il mio gigantesco predecessore rimase al suo posto nonostante la sua malattia, mi hanno detto anche questo. Rinfacciandomelo, quasi. E’ vero, e mi inchino a lui. Ma nel giro di pochi anni dalla sua morte tutto è cambiato. O aveva già iniziato a cambiare, è probabile. E certo anche la sua scomparsa ha contribuito a generare questo cambiamento. La debolezza, la malattia non stanno nella mia persona, ma nel ruolo che incarnavo. In ogni ruolo. E non voglio con ciò discolparmi…

GIORNALISTA

La prego, mi illumini.

BENEDETTO XVI

Ogni ruolo si è destituito di fondamento, di qualsiasi autorità, del minimo necessario carisma. Ma non dipende da chi lo ricopre. Tra san Giovanni Paolo II e me è passato uno tsunami, si è chiuso un cerchio, la storia è finita, i simboli sono stati archiviati. Lui è rimasto al suo posto. Ma oggi non ci sono più… posti.

GIORNALISTA

Chi lo dice?

BENEDETTO XVI

Dio stesso. Forse. Quando ha mandato un papa tedesco dopo un papa polacco. Quando ad Auschwitz è andato in scena quell’ arcobaleno. E io non avevo più parole, davanti al monumento di quell’orrore, davanti ai resti della storia. Quando siamo entrati nel terzo millennio. Il posto di tutti i posti e il non-luogo per eccellenza: la globalizzazione, la frantumazione delle coscienze, la dispersione dell’intelligenza umana in bit. Qui e ovunque, è esattamente lo stesso. Prima o dopo, è uguale. Che fine hanno fatto i simboli nel nuovo-vecchio mondo? Tutto è vero, e anche il suo contrario. Improvvisamente quel brandello di Verità che rimaneva accanto alle bandiere delle nazioni, si è incenerito. Chi siede ormai sul seggio di Pietro? Un pagliaccio oppure un santo? L’uno e l’altro. Improvvisamente non fa più differenza. O forse un software, un algoritmo, il prodotto di una strategia di marketing… Ma tanto è esattamente lo stesso. Le croci vengono divelte, i presepi smontati, questo mondo cade a pezzi come un castello di carte, inclusi gli ideali, le ideologie, le religioni, gli Stati… Chi potrebbe offrirsi in pasto ai leoni, oggi, per testimoniare la forza di un pensiero, per difendere la propria libertà, o anche solo per gridare al mondo che Dio c’è?

GIORNALISTA

E’ per questo che io mi sento sola?

BENEDETTO XVI

Povera figlia. Oggi l’uomo si incanta ai fenomeni. Comprendi questa parola? I piccoli, ingenui fatti che si srotolano davanti ai nostri piedi, come processioni di formiche infaticabili. Sequenze numeriche che inorgogliscono i tecnici, dentro le quali c’è tutto e non c’è nulla.

GIORNALISTA

Fenomeno. Solo ciò che appare.

BENEDETTO XVI

Ciò che appare e si può afferrare, controllare, decodificare, ripetere. E poi? Il nulla. Basta questo oggi all’uomo: si incanta di questo, si consola di questo. E’ vero solo ciò che è fatto dall’uomo: la storia, la scienza, la tecnica, la tecnologia… E sopra la sua testa non c’è più niente, pover’uomo. E’ come se gli venisse strappato quel cielo da cui un tempo sembrava provenire e gli venisse lasciata solo la desolata terra dei fatti [14]

GIORNALISTA

Troppo poco, per un papa?

BENEDETTO XVI

Non cerco onori, o plausi. Tanto meno gratificazioni. Non li ha avuti neppure nostro Signore. Ma ho capito che rimanendo ancorato a quel seggio dorato, avrei fatto alla Chiesa e all’umanità più male che bene, ostinandomi a cercare di far sopravvivere un simbolo vuoto, perpetuando la confusione fra ciò che è vero e ciò che solamente appare. Che se ne fa, l’uomo di oggi, di un seggio dorato? Che se ne fa, se gli manca l’oro vero? Se gli manca lo sguardo che glielo fa riconoscere, se gli manca la luce che apre gli occhi e guida nella tenebra? Occupato o vacante, quel seggio è esattamente lo stesso. Lo stesso …nulla.

GIORNALISTA

Non parli così, la prego.

BENEDETTO XVI

Me ne sono andato. Sono colpevole, lo so. Ma non di “viltade”. Semmai di lucidità. Qualcuno potrebbe dire di cinismo. Ho incenerito definitivamente il seggio, ho strappato il simbolo che era già lacero. Ho cercato e magnificato l’ombra. Ah, il sollievo dell’ombra. Ora ho qualche speranza che sentendo la mancanza della luce qualcuno torni di nuovo ad alzare gli occhi e a cercarla altrove che sui display. L’uomo ha bisogno di riconoscere quella distanza nella quale è precipitato per accorgersi finalmente di essere solo. Per sperare di non esserlo più.

GIORNALISTA

Lei dunque sotto quella tonaca bianca sarebbe un rivoluzionario…

BENEDETTO XVI

Sì. Nei panni di un conservatore. (ride)

GIORNALISTA

E crede che l’abbiano veramente capita?

BENEDETTO XVI

Niente affatto. Ma a volte serve proprio il sacrificio dell’incomprensione del mondo, per sperare di cambiarlo. E del resto se non hanno capito… un giorno capiranno.

GIORNALISTA

Dunque non le importa?

BENEDETTO XVI

Che cosa?

GIORNALISTA

Di essere stato completamente travisato. Di essere passato alla storia come un vecchio stanco conservatore e basta. Uno che ha voluto conservare proprio quei vetusti tesori del passato che non hanno più nessun senso: la tradizione, il Verbo, la dottrina della fede… Astrazioni lontane dalla vita vera, che gli uomini di oggi non capiscono più… Uno che soprattutto ha voluto conservare egoisticamente o vilmente le proprie forze, a scapito del suo ministero… Lasciando l’umanità a se stessa, la barca di Pietro senza guida e senza controllo…

BENEDETTO XVI

Io sono solo uscito di scena. Entrato nell’ombra.

GIORNALISTA

Le pare poco?

BENEDETTO XVI

Chi sa farlo, oggi?

GIORNALISTA

Pochi, ha ragione.

BENEDETTO XVI

E allora lasciami esserne fiero. Almeno di questo. Perché pochi sono in grado di sostenere l’ombra.

GIORNALISTA

E allora me la racconta, perfavore?

BENEDETTO XVI

Non è una favola. Non è un gioco o una scappatoia. E io sono solo il personaggio tragico di una commedia ancora tragicamente incompiuta, per cui mi mancheranno ancora e sempre le parole.

GIORNALISTA

Lei non ha bisogno delle parole. Ha compiuto un gesto. Che cosa c’è dentro quell’ombra nella quale si è ritirato? Lei lo sa, l’ha vista e attraversata molto prima di noi.

BENEDETTO XVI

C’è la speranza. Forse.

GIORNALISTA

Che non è solo una parola.

BENEDETTO XVI

No, infatti. E’ un compito assoluto oppure una follia. Contro tutte le evidenze e lo stesso buon senso. Infatti io posso sempre ancora sperare, anche se per la mia vita o per il momento storico che sto vivendo apparentemente non ho più niente da sperare. Solo la grande speranza-certezza che, nonostante tutti i fallimenti, la mia vita personale e la storia nel suo insieme sono custodite nel potere indistruttibile dell’Amore e, grazie ad esso, hanno per esso un senso e un’importanza, solo una tale speranza può in quel caso dare ancora il coraggio di operare e di proseguire. [15]

GIORNALISTA

Ha detto “Amore”? Allora lei ci crede ancora?

BENEDETTO XVI

Se non ci credessi, non avrei solo abbandonato la barca, ma mi sarei abbandonato io stesso. Mi sarei disconosciuto, mi sarei incagliato, mi sarei tradito, spezzato come un legno marcio. Sarei io stesso la barca vuota e derelitta, senza più direzione…

Invece il cielo è sempre più di quello che meritiamo, così come l’essere amati non è mai una cosa « meritata », ma sempre un dono. [16]

GIORNALISTA

Forse.

BENEDETTO XVI

Puoi lasciarti tentare. Coraggio. Pensalo fino in fondo, quel “forse”.

GIORNALISTA

E’ quasi niente, un forse.

BENEDETTO XVI

Ma è gratis.

GIORNALISTA

E’ solo una possibilità. E talmente smisurata da non potersi neppure immaginare. Un numero inutilmente grande, prossimo all’infinito, dentro il quale giusto i santi sono stati capaci di perdersi, e quasi di annegare… E mi fa paura.

BENEDETTO XVI

Perché mai? Quello  spirito senza confini, che porta in sé la totalità dell’essere, supera “il più grande”, tanto che per lui è piccolo, e si abbassa nel più piccolo, perché nulla per lui è troppo piccolo. (…) Per lo Spirito che sostiene e abbraccia l’universo, il cuore di una persona capace di amare è più grande di tutti i sistemi delle galassie. I criteri quantitativi saltano, appaiono altri ordini di grandezza, in base ai quali l’infinitamente piccolo è la vera realtà, che abbraccia tutto e il veramente grande. Dio non è solo “pura matematica dell’universo”. [17]Lasciati andare. Fidati. La Verità verrà.

GIORNALISTA

Ho paura che ci abbaglierà come un lampo, come l’atomica.

BENEDETTO XVI

Se anche fosse? Comunque riempirà tutti gli angoli. Magnificherà tutti i granelli di polvere. Rischiarerà anche la mia sterile ombra.

GIORNALISTA

No, non la sminuisca. Ritirandosi là dentro e restando per anni non visto, aggrappato solo alla sua preghiera, lontano da quei violenti riflettori che illuminano tutto il resto del mondo, lei ha compiuto un gesto preciso, ha urlato una protesta, ha rivendicato la forza straziata dello spirito contro il materialismo di questi tempi. Ma, per farlo, ha scelto di pagare un prezzo altissimo, e non dica di no, non mi prenda per stupida, per favore: ha accettato di correre un rischio immane e di farlo correre a tutta l’umanità. E’ almeno cosciente di quello che ha fatto, di quello che ha permesso? O lo ha fatto senza pensarci?

BENEDETTO XVI

Di cosa mi accusi, alla fine?

GIORNALISTA

Lei ha lasciato la porta aperta.

BENEDETTO XVI

Lo so. Ma nel Vangelo sta scritto che il ladro e il brigante non entrano mai dalla porta. Perciò stai serena, figlia mia. La Verità verrà.

 

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[1] Joseph Ratzinger, Introduzione al Cristianesimo, tr Gianni Francesconi, Queriniana, Brescia 2005, p. 33

[2] ibidem

[3] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 35

[4] ibidem

[5] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 37

[6] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 38

[7] Jospeh Ratzinger, Missa pro eligendo romano pontifice, 18 aprile 2005

[8] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 39

[9] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 42

[10] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 43

[11] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 44

[12] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 48

[13] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 51

[14] Jospeh Ratzinger, op. cit. p. 56

[15] Benedetto XVI, Spe salvi, cap. II  35

[16] ibidem

[17] Jospeh Ratzinger, op. cit., pp. 137-138

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