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L’INVENTORE DEL NERO -Un arbitrario incontro con Michelangelo Merisi da Caravaggio

Nel quarto centenario della morte di Caravaggio, con il patrocinio del Comitato per le celebrazioni del centenario, e particolarmente con  il sostegno del professor Alessandro Zuccari, progettai e portai a termine uno spettacolo- mosaico di video, musica, danza e teatro. Devo a mio padre la fascinazione per questo pittore, al quale mi avvicinò da adolescente, accompagnandomi a contemplare le sue opere in Santa Maria del Popolo, a san Luigi dei Francesi, alla Galleria Borghese etc. Il tema dominante del progetto è l’esaltazione del nero, non inteso però come simbolo di un’anima a torto ritenuta “maledetta”, ma come paradossale intuizione di pulizia, di esaltazione del colore e, per contrasto, della luce.
La straordinaria verginità del nero, la capacità di guardare con occhi innocenti il buio, ovvero il fondo del male e del peccato è dunque il senso di questa rilettura di Caravaggio, personaggio emblematico di un secolo violento, intessuto di forti contrasti e tensioni.

Tutti i numeri dello spettacolo sono perciò a loro modo portatori di questa tensione, che si scioglie sul finale nella consapevolezza di una possibile composizione di ogni contrasto.

L’ouverture video su famosi dipinti, firmata dalla giovane Alessia Capuccini, era un mix di forte impatto, giocato su un montaggio serrato di particolari. L’esaltazione dei contrasti e del realismo a volte crudo delle opere fu rimarcata da una breve coreografia a firma di Fabrizio Laurentaci. La colonna sonora originale rock prog, firmata dagli Echoesthree, nel voluto anacronismo sottolinea l’asprezza delle realtà rappresentate e, insieme, la straordinaria sintonia fra due epoche (il cinque-seicento e il nostro tempo). Grazie alla supervisione del maestro Mario Zannini-Quirini, il brano rock fu montato insieme a citazioni originali di Luis Bacalov, donatemi dall’autore stesso, a sottolineare ancora di più, nel contaigo di stili, l’attualità della pittura di Caravaggio.

La parte di prosa segue lo schema della intervista impossibile; la parte iniziale del testo fu trasmessa l’11 marzo 2010 alla Radio Vaticana per la serie “Faccia a faccia improbabili”, in quel caso con la voce di Gabriele Parrillo nel ruolo di Caravaggio.

La conversazione, inizialmente a due, mira a stabilire se Caravaggio (Antonello Avallone) può realmente intendersi come “l’inventore del Nero”, e in che senso. Se può realmente intendersi cioè come lo scopritore di quella parte oscura di noi stessi che inaugura la percezione della modernità, intesa come tempo di conflitti e di lacerazioni interiori. Il tutto condotto con leggerezza ed ironia. Lui scontroso, scostante, irrequieto e sfuggente, tendenzialmente consapevole della propria arte, preso da una singolare smania e con la sgradevole sensazione di essere braccato.
Il Nero (Roberto Herlitzka), personaggio metafisico inquietante e misterioso, compare verso la metà della pièce, e dirà la sua nei confronti del suo presunto scopritore, nonché esprimerà in assoluto il suo proclama di verginità, di disponibilità ad accogliere la luce e il colore, manifestando sul finale la sua critica al nostro tempo, oramai incapace di accogliere ombre e penombre e di sopportare l’oscurità, di comprenderla nella sua “pregnanza” di forme e di pensieri.

Lo spettacolo ha avuto due distinte replcihe con due diverse produzioni e un cast leggermente modificato

La prima al Teatro dell’Angelo il 7 settembre 2010 prodotta dallo stesso Teatro dell’Angelo; una seconda, il 18 ottobre dello stesso anno, coprodotta da ATDC, nella rassegna “Roma in scena”, nella Esedra di Marco Aurleio ai Musei Capitolini, con Nando Gazzolo nel ruolo del Nero e privo della parte coreografica.