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PERCHE’ CARTOLINE DA MARTE

No, l’astronomia non c’entra. I viaggi spaziali neppure. Le cartoline da Marte sono flash da quel pianeta lontano ma non troppo che ciascuno di noi sta diventando di fronte a ciascun altro, istantanee sconcertate da quel mondo alieno e pauroso nel quale la terra stessa si va trasformando per noi terrestri.

Dal secondo dopoguerra Marte è diventato ambientazione prediletta di ogni immaginazione fantascientifica: se ne erano viste troppe, fino al 1945. La mente umana decise di evadere, e di localizzare in un altrove non troppo remoto tutte le fantasie di riscatto, liberazione, progresso, emancipazione, che i drammatici fatti della prima metà del secolo avevano inibito.

Lontano ma non troppo, lontano quanto basta, per immaginare un futuro più o meno distopico, per provare a sganciarsi da quel teatro di efferatezze che la storia del novecento aveva prospettato.

Oggi non va diversamente da allora. Siamo andati sulla Luna, Elon Musk organizza tour nello spazio, manca poco che anche il pianeta rosso sarà violato da piede umano, la relatività di Einstein è stata confermata sperimentalmente, il mistero dei buchi neri va aprendoci straordinarie finestre sulla realtà eppure noi umani continuiamo a sentirci spaesati non soltanto in un universo sempre più complesso, ma anche nelle nostre terre, nelle nostre città, perfino in casa nostra, di fronte a chi ci vive accanto.

Le leggi della nostra percezione sembrano stravolte dalla vertiginosa acquisizione di conoscenze e dalla inimmaginabile crescita di informazioni, mentre a un’evoluzione sempre più veloce corrispondono degrado ambientale, sociale e morale, alienazione e solitudine sempre più diffusi.

Tutto evolve e tutto precipita, in una inarrestabile entropia cosmica. Ognuno di noi è straniero all’altro. Marte finisce per essere così questa stessa nostra terra, nel bene e nel male, osservata dalla prospettiva deformata del nostro tempo folle, del nostro attonimento. E a chi – come me- sogna di fuggire su un altro pianeta perché stanco e disgustato del nostro, non resta che prendere atto della necessità di capovolgere semplicemente il punto di osservazione: i marziani siamo noi. Le cartoline da Marte sono perciò scatti su questa terra, con l’occhio straniato ma anche grato e divertito di chi quaggiù si sente sempre fuori posto.

 

23 giugno 2022