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PERCHE’ SONO UN’ATEA CRISTIANA

In questo libricino tormentosamente arrivato alle stampe con il marchio Sovera di Edizioni Armando e poi volutamente lasciato nel dimenticatoio (forse troppo “privato” per esere pubblicato) vengono contrapposte sei ragioni a sfavore e sei ragioni a favore della fede.
Si tratta di un journal spirituale, nel quale mi costringo a ripercorrere le tappe della mia “contro-educazione” cattolica, della mia formazione tendenzialmente atea, che devo all’irreversibile nihilismo dell’educazione familiare.
Al resoconto di questo istintivo ateismo, oggetto della prima parte destruens, fa da contraltare la successiva pars costruens, più ragionata, elaborata nel corso dei molti anni di servizio per la radio nella quale ho lavorato per 40 anni.
Atea d’istinto, sono cristiana di testa, sul piano dell’impegno civile e professionale. La felice sintesi del titolo, inconsapevolmente “usurpatami” da Oriana Fallaci poco prima della sua morte, gira nella mia testa fin dagli anni dell’università, quando, seguendo i corsi di Filosofia della Religione di Marco M. Olivetti, allievo e seguace di Enrico Castelli, cercavo sostegno teoretico al mio ateismo e spunti per una improbabile folgorazione di fede, del resto mai arrivata.
Il libro è corredato di 12 immagini.
Con lo pseudonimo di Diego Romano, ho realizzato 6 acquerelli-chine ad illustrare la fluidità cupa dell’inconscio ateo. Per le divagazioni a favore della fede ho chiesto ad un giovane creativo molto ispirato cristianamente, di cedermi sei suoi scatti fotografici. L’affiancamento di due tecniche così diverse ribadisce ancora una volta la natura liquida, e dunque irreversibile, infiltrante, del mio ateismo) e la nettezza ragionata, fotografica (cioè acquisita) della mia fede.
La parte iconografica è in ogni caso consustanziale al testo. Soprattutto la formazione atea si radica in immagini mentali molto primordiali.

Grazie al teologo monsignor Piero Coda e a don Ruggero Ramella, già cappellano della Scuola Superiore di Polizia e oggi in servizio presso la Basilica di Collemaggio, per i contribui introduttivi.