Perché, a ventidue anni, si decide di rifiutare il cibo? Alle spalle c’è un conflitto con una madre protagonista del sessantotto. Due concezioni del mondo si scontrano: se oggi non ha più senso distruggere tutto, non resta che distruggere noi stessi. Scrissi questa storia in memoria della mia personale, episodica stagione anoressica, risalente proprio all’anno 1968, ma rendendola il catalizzatore del mio conflitto con quel modello di donna che proprio in quel 1968 si andava formando davanti ai miei occhi di preadolescente: la maschia femminista politicizzata, impermeabile ai sentimenti. Quando presentai il libro in una scuola romana, rimasi sorpresa nel vedere quanti giovanissimi fossero toccati dall’anoressia. Il libro ebbe una prima edizione con Voland nel 1997 e una successiva con i Tascabili Garzanti, nel 1998.