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ZELENSKI SANTO SUBITO

Posso esprimere il timido sospetto che sia in atto un’operazione mediatica sulla santificazione di Vladimir Zelenski?

Senza nulla togliere alla gravità dell’invasione russa, posso esprimere il sospetto che qualcuno, fisicamente lontano da Zelenski come da Putin, da Kiev così come da Mosca e anche dall’Europa, stia creando una serie di eventi promozionali per giustificare ideologicamente l’allargamento del conflitto, così come implicitamente invocato dal leader ucraino? Il quale forse sarà ricordato come il primo – e speriamo anche ultimo- Nobel per la pace (la proposta di candidarlo è di alcuni leader europei) che avrà incoraggiato la terza guerra mondiale.

Basta fare due più due per ottenere l’incontrovertibile risultato: a chi gioverebbe un conflitto che esplodesse sul confine tra Russia e Europa? Eppure, certi saggi ci hanno ripetuto fino a ieri, da est così come da ovest, che una terza guerra mondiale non gioverebbe proprio a nessuno: oggi però molti di questi stessi maître à penser vogliono convincerci dell’inevitabilità di certi passaggi (invio di armi, invio di uomini….) in una progressione di follia apparentemente inarrestabile in quanto fortissimamente argomentata e giustificata.

Io non posso dimenticare la dimestichezza mediatico-attoriale di Zelenski. Non posso non pensare agli sfacciati stravolgimenti di alcuni fatti da parte dei nostri giornali, di cui non si ha notizia ovviamente su nessuno dei nostri giornali. Non posso non pensare alle ombrose connivenze del leader ucraino con nazisti e perfino con ebrei nazisti. (Non posso non pensare a come un ebreo possa diventare nazista, anche se in odio ai fantasmi del comunismo.) Neppure posso non pensare al bavaglio imposto a quei pochi politici e accademici nostrani che hanno osato proporre un’interpretazione alternativa dei fatti…

E infine, non posso non pensare quanto i piccoli leader, nell’entusiasmo di sentirsi sostenuti dai grandi, non si accorgano del fatto che in quel sostegno si nasconda una perfida strumentalizzazione. O che invece se ne accorgano perfettamente, e nel desiderio di far trionfare le proprie frustrazioni politiche nei confronti del gigante dell’est, smanino per diventare il cavallo di Troia del gigante dell’ovest.

Vorrei tanto ricordare a Zelenski una banale proprietà algebrica: cambiando l’ordine dei fattori, il risultato è lo stesso. Aggrediti da una parte, usati dall’altra: non cambia niente. Anche se, prima di tirare la linea, potrà essere necessario ricalcolare drammaticamente il numero dei morti.

 

11 luglio 2022