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Quando partì da Palos nel 1492 confidando di arrivare in India, Colombo avrebbe facilmente dimostrato che più a ovest dell’ovest si trova l’est. Inconfutabile. L’imprevisto impatto con le coste di san Salvador rinviò la dimostrazione. Che oggi potremmo “parafrasare” così: più a sinistra della sinistra c’è sempre la destra. E viceversa.
Dopo le recenti elezioni europee dell’8 e 9 giugno che hanno visto la virata a destra dell’Unione ci si potrebbe domandare che cosa sta succedendo nella politica non solo europea ma mondiale alle due vecchie ma sempre citate categorie di destra e sinistra? Sono ancora al loro posto di un tempo? O si è verificato una specie di capovolgimento dell’asse terrestre per cui la destra oggi si trova a sinistra e la sinistra a destra? E il fenomeno ha davvero rivoluzionarie ripercussioni? O per la nota proprietà commutativa, cambiando l’ordine degli addendi il prodotto non cambierà?
Quando il mondo era spaccato in due, a destra c’erano i sostenitori dei consumistici e spregiudicati States con il loro egoismo liberistico ed edonistico, le derive nel privato e le tentazioni neonaziste e discriminatorie
; a sinistra c’erano i progressisti illuminati che guardavano al socialismo reale come la soluzione di tutti i mali dell’umanità e che su quel modello hanno costruito una inattaccabile cultura egualitaria universalmente politically correct che ancora resiste trasversalmente.
Oggi, le destre sostengono Putin, ex KGB nostalgico della Grande Russia e di antiche smanie imperialistiche comunque ispirate al verbo marxista, mentre le sinistre sono tutte dalla parte di Biden, santo protettore del nazionalismo ucraino e dei potentati finanziari ebraici. Salvo poi doverosamente tifare anche per i disgraziati palestinesi, dimenticati dal mondo e da Dio.
Ma anche i rozzi picchiatori neonazi di un tempo provenivano spesso dalle borgate, guarda caso, così come i raffinati intellettuali di sinistra erano proprietari di attici nei quartieri eleganti e hanno smesso progressivamente di fari capire dai loro elettori.
Che ci si siano confuse le idee? Oggi ciascuna delle due parti sembra appropriarsi degli atteggiamenti, delle idee e delle ideologie dell’altra, alternativamente. (Ammesso che le parti siano davvero rimaste solo due, come ci farebbe comodo credere, per semplificare.)
Diritti umani universali e salvaguardia delle identità etniche, accoglienza tout court dello straniero e difesa dei confini nazionali, libera iniziativa imprenditoriale e protagonismo dei sindacati, fondamentalismo ecologista e industrializzazione senza controllo, naturismo primitivista e incremento delle nuove tecnologie… Termini fra loro spesso in aperta contraddizione che fluttuano indifferentemente nei programmi di tutte le forze politiche, rispettivamente presi a prestito a seconda della necessità.
Ora, che forze per definizione progressiste evolvano fino a mutuare con disinvoltura temi tipici degli schieramenti opposti non può avere altra spiegazione se non la stessa natura “progressista” delle sinistre: l’evoluzione spinta le porterà sempre più avanti verso il futuro. Là dove la classe operaia, finalmente arrivata in paradiso, si trasformerà in nuova borghesia, là dove la sinistra ritornerà destra.
Stesso dicasi per le forze conservatrici cosiddette liberali: travestendosi ipocritamente da illuminati custodi dei diritti umani universali, certi esponenti delle vecchie destre con nostalgia di epurazioni sono come lupi che nascondono i denti. Ma continuando sulla strada della mimetizzazione finiranno -grazie a Dio- per perderli davvero, spingendosi sempre più avanti sulla via di una tolleranza che muterà il loro DNA, là dove anvhr la destra si muterà in sinistra.
Trasformismo o globalizzazione -cioè livellamento- della politica? In entrambi i casi sembra mancarci proprio il conflitto vero, dispiace dirlo: ci manca la contrapposizione sana, che è ben altro rispetto alle baruffe di facciata. Insomma abbiamo bisogno di una nuova guerra fredda (freddissima!) che contrapponga però posizioni oneste, coerenti e ben definite. Insomma abbiamo bisogno del coraggio delle idee. E di idee fra loro diverse, anzi anche opposte. Non a caso a scacchi si gioca sempre col bianco o col nero.
13 giugno 2024