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DODICESIMA

La prima volta che vidi la morte avevo quindici anni. Mia nonna era stata un monumento, un legno di ulivo pieno di rami e fronde, il centro mite e potentissimo della famiglia. Su quel catafalco era diventata un fuscello. Fu per sottrazione, guardando quel corpo morto, che compresi la vita. O mi illusi di comprenderla: mi apparve uno scarto infinitesimale, meno di un trascurabile alito di vento capace però di stabilire la differenza radicale fra noi umani e le cose, fra il senso e l’insignificante, fra l’alto e il basso.

Dodicesima stazione. Gesù muore sulla croce. E dove dovrebbe morire un dio, se non su quello strano, terrificante oggetto che annoda in modo così stretto e inequivocabile due direzioni opposte, ovvero tutte le direzioni e tutti i sensi possibili?

 

6 aprile 2023

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