(per Massimo Papi, Questioni di pelle , Roma 7 novembre 2022 )
Siamo sicuri che il peccato originale sia nell’aver voluto assaggiare la mela? (“ Assaggiate il frutto proibito e conoscerete la differenza fra il bene e il male, sarete come Dio…”)
Io penso che il peccato originale sia piuttosto nell’aver guadagnato la posizione eretta. Non voglio reinterpretare le Scritture, ma un conto è essere curiosi, avidi di mele e di sapere… (Che c’è poi di male? “Fatti non foste a vivere come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, lo conferma anche il padre Dante!) Altro conto invece è pretendere di mettersi faccia a faccia con il sole, al suo livello. Patetico in entrambi i casi nelle sue folli ambizioni: l’uomo non raggiungerà mai il sapere assoluto e tanto meno arriverà alle vertiginose altezze di Dio.
Comunque, se le teorie evoluzionistiche hanno ragione, un tempo l’homo sapiens andava a quattro zampe. In effetti non siamo nati in piedi. Anche da piccoli iniziamo gattonando, ricordando forse le nostre origini animali. Ora, a quattro zampe, la femmina aveva i genitali esposti, il maschio li aveva nascosti. Come oggi i cani, i lupi, i leoni, le zebre, i cammelli e le gazzelle, eccetera. C’era un motivo, una saggezza di madre natura: in questo modo la femmina era sempre pronta alla fecondazione, mentre il maschio teneva ben riparato e nascosto, “dove non batte il sole”, il suo apparato genitale: sempre un colpo in canna. Alzandosi in piedi, l’uomo –maschio e femmina che sia- ha confuso le carte, capovolgendo la situazione: la femmina ha nascosto i suoi organi (dove non batte il sole), il maschio al contrario se li è trovati esposti. En plen air. Che prezzo abbiamo dovuto pagare per la conquista della cosiddetta superiorità di specie. Ma non ce ne siamo mica del tutto accorti, ancora.
Da una condizione di potenza/potenzialità, il maschio è diventato improvvisamente attaccabile, vulnerabile. Esposto, appunto. Bravo stupido. Niente più assi nella manica. Si è trovato improvvisamente nella condizione cioè di non poter più mentire, nel bene e nel male. Di non poter fingere un vigore inesistente e di non poter celare una eccitazione inopportuna. In compenso la donna ha appreso la libera scelta. O quasi.
Ma perché mai madre natura aveva nascosto i genitali nel maschio animale e li aveva esposti invece nella femmina? Per la stessa ragione, forse, per cui ha nascosto la radice dentro la terra o la castagna dentro al riccio, lasciando invece ben visibile la corolla del fiore, rendendo così attrattivi i colori delle farfalle. Sempre per facilitare la riproduzione, appunto.
Da un certo momento in poi, la ricettività del corpo femminile è stata come “limitata”, posta sotto riserva. Che Adamo ed Eva avessero già intuito l’importanza del controllo delle nascite? A un certo punto della storia è nato il pudore. Dopo essersi messi in piedi, si sono accorti di qualcosa, lui e lei. Anche dopo aver mangiato la mela infatti si accorsero di essere nudi, si legge nella Genesi. Il pudore ha qualcosa a che fare con la civiltà, con l’inizio della storia, appunto, con il sovvertimento di un ordine naturale, con la capacità di ribellarsi, di pensare un “no”. Il pudore ci ricorda la possibilità del peccato, ma ci ricorda anche la possibilità di ricordare. E che cosa c’è da ricordare nella storia umana che sarebbe meglio dimenticare (si domanda l’homo sapiens)? Che una volta eravamo animali, appunto. Cioè innocenti. E che qualche cosa ha corrotto questa purezza.
Mettersi in piedi ha capovolto la prospettiva, ha sancito un atto di superbia grazie al quale la femmina si è chiusa in se stessa, terreno da assediare e conquistare, calmierando così la sua disponibilità incondizionata alla fecondazione, introducendo i distinguo, la sacrosanta libertà di scelta ma anche il mito dell’ape regina, mentre il maschio ha inaugurato l’epopea del Fuco-Superman, dovendo mascherare a tutti i costi la fatale esposizione della sua intimità con la favola del sesso forte. Un priapismo mentale ininterrotto.
Ma chi è più forte? Pensiamoci bene. Il pesce palla che quando ha paura si gonfia oppure il virus del Covid, che neppure lo vedi? Poveri maschi, povere femministe. Quante battaglie inutili, se solo ci ricordassimo da dove veniamo. E’ proprio dove non batte il sole che si gioca la partita più seria dell’umanità: la carnalità è sacra quanto lo spirito, incluse tutte le sacre differenze. La carne e lo spirito, grazie a Dio, si toccano. E forse è giusto ricordarsene proprio nel giorno dedicato ai morti.
Il corpo/ è cielo./ Nessun volo/lo esaurisce. Ha scritto il poeta greco Ghiannis Ritsos
2 novembre 2022
Massimo Papi
Affascinante l’analisi attraverso l’evoluzione della specie homo!
Ne discuteremo e sono curioso di ascoltare la tua lettura!
Grazie di cuore