Close

E SE DUE FOSSE MEGLIO DI UNO?

      
Stati uniti e Città del Vaticano. Che cos’hanno in comune in questi mesi, al di là delle solite, generiche quanto obbligate e diplomatiche dichiarazioni di intenti sul rispetto della democrazia, delle libertà, dei diritti, sull’accoglienza, sul pacifismo, eccetera?
Almeno le due “B” di Biden e Bergoglio? Che sì, forse dicono qualcosa più di tutto il resto: “B” come “Biden”, come “Bergoglio” e anche come “bizzarria”.

L‘elenco delle rispettive strampalate è lungo:

Biden. In visita in Irlanda si confonde fra una squadra di rugby neozelandese e i militari britannici che si accanirono contro i cattolici dell’Ulster durante la guerra civile. All Blacks da una parte, Black and Tans dall’altra. Aprile 2023.

Giugno 2023. A una domanda dei giornalisti su Vladimir Putin, ecco la risposta: “Sta chiaramente perdendo la guerra in Iraq. Sta perdendo la guerra in casa”. Iraq??

Febbraio 2024. Dichiara di aver visto François Mitterrand nel 2021: l’ex presidente francese è morto nel 1996.

Solo per fermarci alle ultime.

Bergoglio. Storica gaffe nel 2015, all’indomani dell’aggressione alla redazione della rivista Charlie Hebdo generata da una vignetta ritenuta blasfema dagli islamici. “Non si offende mai la religione altrui. Se uno offende mia madre, gli do’ un pugno”. Non proprio l’uscita di un uomo di pace.

Stesso anno, conferenza stampa tornando dalle Filippine: “essere cattolici che “non significa fare figli come conigli”.

Ottobre 2021, incontro con le religiose della Curia generalizia delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nell’invitarle a una castità “feconda“: però “siete madri e non zitellone”.

Per arrivare infine alla “troppa frociaggine nei seminari” evocata nel maggio scorso, o alla totale uguaglianza fra tutte le religioni annunciata lo scorso 13 settembre a Singapore o ancora alla battuta di pochi giorni fa riferita a due promessi sposi definiti “suicidi” per la scelta appunto di andare all’altare.

Linguaggi coloriti? Disattenzione? Perdita di freni inibitori? Battute infelici? Addirittura dislessia? O più semplicemente un po’ di arteriosclerosi o di banale rimbambimento senile? Ci starebbe, guardando entrambe le date di nascita.

Imbarazzi nei rispettivi entourages, smarrimento nel pubblico, inquietudine sulle sorti di una nazione da una parte, di una Chiesa che fino a ieri si riteneva universale, dall’altra, impongono una domanda.

E se queste due Bislacche figure (non a caso a capo di una delle più potenti nazioni della terra e del centro della cattolicità) fossero indizi di cedimento di tutti i poteri centrali? Se fossero l’ennesima conferma che le leadership hanno fatto comunque il loro tempo? Che fosse scattata davvero l’ora di una autentica, sana democrazia?

Torna alla memoria la struttura politico-istituzionale della Roma repubblicana, dove il potere veniva inizialmente condiviso da due consoli con poteri identici, in carica comunque per non più di un anno, e abilitati a porsi reciprocamente il veto quando qualche azione di uno dei due apparisse tirannica o contraria alle leggi e ai costumi vigenti.

E dall’altra parte torna alla memoria la riunione degli apostoli nel Cenacolo, quando su tutti loro (non solo su uno) scese lo Spirito Santo. E’ vero che fu Gesù a designare Pietro, unica pietra su cui edificare la Chiesa, ma se l’attuale Pietro parla liberamente, non possiamo parlare noi altrettanto liberamente ipotizzando l’idea di due pontefici? Che uno controlli l’altro, che uno spalleggi o bilanci l’altro, nel caso si esprimesse un po’ “al di sopra delle righe”. Del resto, finché era in vita Benedetto XVI , abbiamo già visto due papi convivere pacificamente in Vaticano.

Stesso dicasi per un presidente. Forse, dopo l’ubriacatura di democrazia che l’occidente ha vissuto da diversi decenni, è lecito chiedersi se cariche uninominali, di qualsiasi genere (religiose o laiche, pubbliche o private, effettive o simboliche) non siano un concetto superato quando non pericoloso.

Il fascismo è dichiarato fuori legge dalla nostra Costituzione. Potrebbe essere percepita teoricamente in odore di fascismo qualsiasi posizione di potere che preveda una poltrona sola.

E’ vero che si tende saggiamente a diminuire il numero dei rappresentanti in parlamento, ma forse si dovrebbero quanto meno doppiare gli incarichi ad personam. Non sempre ministri cazzoni o presidenti fuori di testa hanno il buon senso di accettare il consiglio di dimettersi. Spesso restano radicati nei loro seggi. Se avessero accanto un alter ego, forse si potrebbero limitare i danni.

“Uno al potere” si sta rivelando pericoloso. Tutti i parlamenti, i sinodi e le assemblee del mondo hanno fisiologicamente tempi lunghi per esercitare il loro controllo o la facoltà di consigliare: una coppia al potere sarebbe più dinamica e forse più efficace. Finora i due esempi citati ci hanno fatto solo sorridere, con le loro gaffes. Un domani potrebbero farci piangere. Pensiamoci, per il futuro. In fondo chi è Stanlio senza Ollio?

 

19 settembre 2024

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *