Riascolto Emozioni di Battisti Mogol. La musica come un profumo, un sapore che ti prende alle viscere e ti catapulta altrove. Indietro oppure avanti, in un posto indefinito e insieme inequivocabile, comunque vicinissimo a te stesso, proprio là dove vorresti stare sempre, eppure dove ti impegni a non arrivare mai. Potere di Emozioni, potere delle emozioni.
Nel mio caso, quel disco fu acquistato da mio padre: io andavo al liceo, lui era già ampiamente sopra i quaranta. Eppure fu lui a scegliere, a riconoscere il genio, la bellezza, la poesia, la modernità.
Ero ragazzina e mi sforzavo di capire che cosa mi affascinasse e insieme mi disturbasse così potentemente di quella canzone, tanto da non volerla capire. Me lo chiedo ancora oggi, a conferma della sua “attualità”, anche se so benissimo di offendere entrambi i suoi autori con questa parola.
Ascolto Emozioni e mi rivedo su per le scale del Liceo Mamiani a Roma, oppure nella saletta muffosa del cineclub Tevere, nella cantina di via Famagosta adibita a ritrovo, puzzolente di canne e di patchouli. Ma torno anche a casa mia, a miei crampi di non-so-che-cosa, alla solitudine e alla frustrazione di non saper dare un nome all’innominabile. Ecco: Emozioni evocava quello che galleggiava dentro ciascuno di noi, naufraghi adolescenti di un decennio sporcato di piombo e di sangue, pienissimo di domande e desolato di risposte.
A quella canzone, che continuavo a non voler capire, rimproveravo di aver dato effimera identità a qualcosa che ancora oggi mi guardo bene dal voler definire e tanto meno dal cercare di addomesticare. Cercavo speranza e mi si offriva disperazione. Il verso “ qualcosa che/ è dentro me/ ma nella mente tua non c’è” cantato da quella vociaccia sporca e graffiata, su quegli accordi mesti e intensi mi profetizzava altra solitudine e un mare di incomunicabilità. Dentro lo scandalo di una musica struggente e bellissima.
A quella canzone, a quella emozione, non perdonavo tanta lucidità e tanto disincanto. Più delle lezioni su Dante e sul De bello gallico, penso di essere diventata adulta ascoltando quel mare di emozioni, quei tre minuti di sconsolata bellezza.
11 settembre 2023