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“ER CORE”

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“Er core! Ecco er cataclisma de li popoli!” E’ una battuta del film Nell’anno del Signore di Luigi Magni, che racconta la storia di Pasquino, il satirico misterioso che per secoli diede voce allo scontento del popolo attraverso pungenti epigrammi contro il potere. Improvvisamente consapevole della necessità che due eroi della Carboneria vengano sacrificati alla ghigliottina per risvegliare così la coscienza popolare sugli orrori del potere temporale, Pasquino comprende la dolorosa verità: arriva un momento in cui bisogna avere la forza di sacrificare il sentimento al raggiungimento di un bene superiore.

Ieri sera, in occasione di una piacevole cena tra amici, abbiamo conversato sull’intelligenza umana, complice anche la presenza di uno psichiatra. Che cosa la differenzia dalla mente animale o dalla tanto citata Intelligenza artificiale? Ci abbiamo girato intorno a lungo, ma una risposta definitiva tardava a imporsi. La capacità di adattamento? Anche l’animale si adatta. La possibilità di associare quantità sempre maggiori di dati? Anche i software lo fanno, e molto meglio di noi. La possibilità di evolvere, di contro all’animale che rimarrebbe sempre uguale a se stesso? (In verità di questo non sono sicura: i gatti preistorici erano molto diversi dai gatti di oggi, ad esempio). E comunque, siamo sicuri che noi ci siamo davvero evoluti, nei secoli? Forse abbiamo cambiato il pelo, non certo il vizio. Prima indossavamo armature di metallo, oggi tute mimetiche hi tech, ma rimaniamo aggressivi, feroci e implacabili esattamente come tremila anni fa. Io nna risposta ce l’avevo in gola, ma non ho avuto il coraggio di esprimerla: quello che ci differenzia è l’emozione. Er core.

Ma prevedevo l’obiezione: le IA stanno evolvendo (loro sì) in EA (emotività artificiali). Saranno presto capaci di emozionarsi, innamorarsi, intristirsi o rallegrarsi. Se già non lo sono. E poi non mi andava di passare per una sentimentale. Er core l’ho lasciato dov’era. Tra i denti.

Ma soprattutto mi è tornato alla mente Pasquino, con la sua machiavellica, pragmatica certezza che “er core” è “er cataclisma de li popoli”. E ho visto, in un lampo, che quando le intelligenze artificiali arriveranno pure loro a a gestire “er core”, non è vero che saremo definitivamente soppiantati, al contrario. A quel punto le macchine avranno appreso da noi il nostro massimo punto debole: potremo giocarle sulla commozione.

Ergo, la conclusione è la seguente: il differenziale umano non è l’intelligenza, non è la capacità di adattamento, non è neppure il sentimento, ma la cattiveria. Vogliamo dirlo in modo più… gentile? Lo specifico dell’intelligenza umana è una sua variante molto spesso disprezzata: l’astuzia. A cui spesso fa comodo una componente di malignità. Vince sempre chi mette a tacere “er core”. Dunque il vero eroe dell’umanità non è Leonardo da Vinci, non è Hegel e non è neppure Einstein. Il vero eroe è Ulisse. Che fa pernacchie alle sirene e riesce comunque a ritornare a casa.

 

28 aprile 2024

2 thoughts on ““ER CORE”

  1. Antonino

    C’era una volta un Ulisse paesano, che un bel giorno venne fregato. E qualcuno gli gridò, in dialetto: “Tantu futtìsti ca trovasti cu futtìu a tia”, tanto hai fregato in giro che un giorno qualcuno ha finito per fregarti. Ma se questa è l’unica via d’uscita dall’intelligenza artificiale anche dei sentimenti ben venga. Abbiamo bisogno di realtà, tanta. E invece qui vedo che più ci si chiude davanti ad uno schermo e meglio è: che razza di mondo, Laura cara…

  2. Sergio

    Ciao Laura, ho ascoltato con piacere il tuo articolo, i miei migliori complimenti…..astuta come sempre e le scelte musicali che posti alla fine, sono sempre le migliori in assoluto. La professionalità non è acqua

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