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FOREVER YOUNG

Il sogno di Faust non è più un sogno. Tra qualche tempo si potrà tornare giovani davvero, senza vendersi l’anima, senza passare per il chirurgo plastico e senza diventare maschere del Carnevale di Viareggio come ad esempio Ornella Vanoni, che è diventata la caricatura di se stessa.

Parliamo della riprogrammazione delle cellule, per adesso sperimentata sui topi. La notizia viene ovviamente da oltre oceano, e precisamente dal Salk Institute in California che, in collaborazione con la società Genentech del gruppo Roche, ha messo a punto l’elisir di giovinezza grazie al quale il naturale processo di invecchiamento dei tessuti verrebbe rallentato.

Le rivoluzionarie applicazioni di questa scoperta sono notevoli: si potranno sanare tessuti deteriorati (si pensi alle malattie neurodegenerative), si potranno rigenerare organi o parti di organi lesionati con sviluppi fino a ieri impensati nel campo dei trapianti, e molte malattie oggi incurabili potranno essere risolte con una semplice “ricambio di componenti”. Proprio come nel caso di macchinari. Per non parlare delle cure estetiche. Si invecchierà più tardi. O non si invecchierà affatto.

E ora guardiamo agli esiti sociali: già oggi si vive molto più a lungo di un tempo, con ricaschi importanti sulla vita sociale. In molti paesi i vecchi sono molto più numerosi dei giovani, sui quali ricadono i costi delle pensioni e dell’assistenza sociale. Domani questa popolazione anziana potrà essere ancora più  numerosa, anche se magari non apparirà più tale: avremo calciatori novantenni in piena forma, top model over ottanta, rockstar centenarie. E così via. Forse si alzerà anche l’età pensionabile, e questo comporterà sempre maggiore disoccupazione… Avremo tempo di vedere i pro e i contro.

Faust pensava di essere il solo, pronto a dannarsi l’anima e invece forse un giorno non ci sarà bisogno di venire a patti col diavolo, e smettere di invecchiare sarà una faccenda normale, precisamente come andare dal barbiere o dal podologo. Si potrà decidere a che età fermarsi e non solo. A quanto pare la terapia non si limita a bloccare l’orologio biologico, ma è addirittura capace di portarlo indietro… Certo, non arriveremo a ritrovarci bambini, con pensieri e azioni da bambini. Il nastro non si riavvolgerà. Potremo però agire con la mente della maturità dall’interno di un corpo giovane. Arrivando così a smentire Pablo Picasso quando affermava: “A quarant’anni sono diventato finalmente giovane. Ma è troppo tardi”.

Invece non sarà mai tardi. O quasi mai.

Confesso che sulle prime, l’idea della possibilità di una vita praticamente eterna mi ha turbata. In quell’istante ho capito che è proprio la certezza di una vita limitata a  rendercela paradossalmente cara, a darci il mordente per affrontare le fatiche di ogni giorno, a renderci sopportabile la certezza della morte. I turbamenti derivanti dal pensiero della fine sono niente di fronte alla prospettiva di una vita senza termine, su un pianeta sempre più popolato, in cui alla fine potrebbero non esserci più spazio e risorse disponibili per tutti. Ma infatti l’elisir di giovinezza non ci regala l’immortalità. Per fortuna. Ci concede solo un po’ più di tempo per guardare avanti, ovvero la capacità di trasformarci da colibrì o farfalle (che vivono solo pochi giorni o poche ore) in tartarughe che resistono decenni e decenni.

Questa prospettiva mi sembra più accettabile: l’aumento dell’età media è sempre stata un effetto del progresso buono, che ha elevato i livelli di vita, perfezionato le cure mediche, migliorato l’efficienza fisica e mentale delle persone. Solo un particolare mi preoccupa: la natura ci insegna che gli animali più longevi sono anche i più coriacei.

Per tornare giovani dovremo di necessità indurire i cuori? Sarà questa la condizione inevitabile per una resistenza non solo fisica, ma anche mentale, in un sempre più articolato accumulo di esperienze, di sfide, di necessari adattamenti al mondo che cambia… Ma, giovani dal cuore duro saremo ancora giovani? Non avremo con ciò perduto proprio la più squisita virtù della giovinezza, che è l’inesperienza, il candore, la mancanza di difese? Essere giovani non è un merito, diceva qualcuno. A pensarci, neanche essere vecchi. Tanto più, che merito avremo ad essere giovani senza più innocenza e vecchi senza ancora vecchiaia?

Al mondo liquido mancava giusto questo: dopo l’indifferenziazione dei sessi, anche quella delle età. Un passo in più verso l’ atteso avvento di un mondo di uguali. E per fortuna loro, i topi non lo sanno.

 

15 febbraio 2023

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