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GESTI SENZA IMPORTANZA

Ho partecipato ieri al funerale di un caro amico, di cui scrivevo un paio di mesi fa. Era  un uomo talmente delicato e discreto, che, pur avendo creato tanti momenti di aggregazione intorno al tema a lui caro (la salvaguardia delle culture andine), non aveva mai forzato le persone partecipanti a vario titolo a tali momenti (convegni e incontri di studio per lo più) a conoscersi o a rimanere in contatto. Non era un uomo da “conventicola” e tanto meno da pubbliche relazioni: avvicinava le persone quanto bastava a che si scambiassero il meglio, e poi ognuno era libero di proseguire per la propria strada, non necessariamente affiliandosi al suo “giro” di interessi e di conoscenze.

Per me il suo mondo era così geograficamente distante, e talmente  esotico, che avevo piacere di farmene coinvolgere solo quando era lui a farmi da accompagnatore. Da sola non avevo il bagaglio sufficiente anche soltanto per avvicinarmi a problematiche e temi che lui aveva a cuore. E pertanto gli ero grata di darmene ogni tanto il giusto promemoria, invitandomi a partecipare.

Tutto ciò per dire che ieri, al suo funerale, a parte il celebrante e un vecchio professore incontrato a uno di questi convegni (che io ho riconosciuto, ma che non ha riconosciuto me), non avevo nessuno con cui condividere il dispiacere. Non mi era mai capitato di partecipare a un funerale da sola, di non avere nessuno cui consegnare condoglianze, consolazioni e ricordi. (I parenti presenti erano lontani parenti e non ho avuto il coraggio di avvicinarmi loro). In compenso mi hanno avvicinato due ragazze sconosciute, per un breve scambio di informazioni e di pensieri sull’amico comune.

Ai funerali, normalmente si va per consolare chi rimane. Dando e anche ricevendo un riscontro, una consolazione, appunto. Ieri mi sono accorta di essere andata solo per il mio amico Juan. Nessuno ricorderà la mia partecipazione, nessuno si sarà sentito consolato della mia presenza, delle mie parole più o meno di circostanza. Eppure solo ieri, solo lì, confusa tra quella folla (tanta) con tanti “ispanici” dalle pelli ambrate e i capelli corvini, perfetta sconosciuta tra perfetti sconosciuti, ho capito che cos’è la gratuità di gesti che non hanno ritorno. Almeno in apparenza.

Ho posato sulla bara una rosa bianca. Niente, accanto ai cuscini importanti (“tu hermano y tus sobrinos”) che gli erano stati dedicati, eppure al termine della messa, l’addetto al trasporto ha ripreso religiosamente in mano quella povera rosa e l’ha depositata nuovamente sulla bara, una volta caricata nell’auto.

L’importanza di gesti senza importanza. Sono andata a salutare uno che non c’era. Che in apparenza non ha risposto al mio saluto. E per me non c’era nessun altro, e io non ero nessuno per nessuno. La rosa marcirà, tra mille altri fiori più vistosi. Quasi nessuno l’ha notata. Eppure io oggi sono in pace. Quella rosa e quella vita restano un capolavoro.

 

5 febbraio 2023

 

One thought on “GESTI SENZA IMPORTANZA

  1. Tonino

    Sono sicuro che al tuo amico Juan sia piaciuta molto la tua rosa bianca.
    P.S. ma come mi fa bene leggerti, Laura. Ogni volta è come se le tue parole mi accompagnassero in quella zona interiore dove non ho mai la forza di arrivare, pur avendone il desiderio. Grazie

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