Quando si dice la stupidità della guerra. Parliamone un momento, in generale, senza addentrarci nelle ragioni e nelle giustificazioni di questi e di quelli, né nei diritti violati o nella difesa di ciò che è ingiustamente depredato. Parliamone come una categoria in sé, quasi un noumeno kantiano. A riuscirci. Guerra cioè stupidità più baldanza, mente ottusa e occhio miope, miseri orizzonti, cuore avaro. Qualcosa a metà fra le assurde pretese della burocrazia e le tetragone rivendicazioni di una matematica fine a se stessa, che sa solo calcolare, priva di pensiero e di misericordia. Una stupidità che mette tutti sullo stesso piano, che azzera algebricamente il torto e la ragione.
Diagnosi qualunquistica? Eccesso di semplificazione?
Io non pensai che tanta forza avessero | gli ordini tuoi, da rendere un mortale | capace di varcare i sacri limiti | delle leggi non scritte e non mutabili. | Non son d’ieri né d’oggi, ma da sempre | vivono; e quando diedero di sé | rivelazione, è ignoto. Così Antigone a Creonte, nella tragedia di Sofocle, che vede scontrarsi le leggi dello stato e quelle umane, “non scritte e non mutabili”, quelle che “da sempre vivono”: i “sacri limiti”.
Antigone rivendicava sepoltura per il fratello ritenuto traditore della patria: che cosa c’è di tanto strano in questa pietosa aspirazione da dover essere vietato ? Le persone pensanti rivendicano oggi semplicemente la sopravvivenza dell’uomo. Dell’uomo in sé, non solo inteso come genere umano, ma come creatura complessa e fragile, opera di Dio o forse frutto del caso, ma comunque degno di proseguire nonostante i propri errori e le proprie colpe. Nonstante anche lui sia in qualche modo traditore della propria patria, a giudicare da come ha ridotto il pianeta terra. E che cosa c’è di tanto scandaloso da dover inserire dei distinguo nel diritto di ciascuno semplicemente a esistere nonostante tutto, cosa c’è nell’uomo di tanto colpevole da dover invocare ragionamenti, regole, premesse, garanzie, affermazioni e smentite nell’applicazione della semplicissima legge non scritta che ciò che vive ha diritto di vivere fino a morte naturale e ha soprattutto diritto di non essere annientato?
E allora perché si stanno sfiorando con missili e bombe gli impianti nucleari di Zaporižžja? Perché la guerra non si ferma neppure alle porte dell’Inferno? Perché sono stati messi tanti ostacoli alla missione AIEA di controllo sulla centrale? Perché tanta burocrazia, tante scuse e tante pretese, tante difficoltà e distinguo, perché tanta sordità agli allarmi provenienti da mezzo mondo? Perché tanta confusione anche sulla permanenza degli osservatori dell’agenzia nella centrale in veste di controllori permanenti? (Sono davvero rimasti? Sì, no, forse. Hanno potuto visionare tutto o solamente qualcosa? Si, no forse. E se sono rimasti, che ci staranno a fare quando un missile si dirigerà su quegli impianti? Lo fermeranno con le mani come si ferma un pallone sulla spiaggia in una partita di beach volley?) E ancora: perché tanti ridicoli scambi di accuse perfino su chi stia impunemente minacciando l’integrità di quell’area? Gi occupatori oppure gli occupati? Ma c’è davvero differenza?
La stupidità della guerra, dicevamo. A un certo punto aggressori e aggrediti diventano la stessa stupida persona, se è vero che nessuno dispone dell’intelligenza minima per fare un passo indietro. Dalle proprie pretese, dalle proprie rivendicazioni, e soprattutto da quegli impianti. Per non varcare i sacri limiti di quelle leggi non scritte che conoscevano già gli antichi. I quali però, a differenza di noi, temevano solo gli dei e non i megatoni.
4 settembre 2022