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LE PATTUMIERE DEL MONDO

Faccio ammenda, mi confesso e mi autodenuncio: alla notizia dell’accordo Italia Albania sulla gestione dei flussi migratori ( si discute in questi giorni in Parlamento sulla sua ratifica) mi è venuto in mente altro genere di accordi, molto meno trasparenti: quelli tra privati senza scrupoli del mondo occidentale che spediscono tonnellate di rifiuti spesso non riciclabili verso paesi poveri.

Rifiuti tossici e rifiuti umani: in entrambi i casi c’è un’eccedenza nei paesi industrializzati che è problematico smaltire. In entrambi i casi c’è uno squilibrio economico (e anche politico) fra chi esporta e chi “importa”.

Ovviamente gli accordi Italia Albania per l’accoglienza dei migranti sono e saranno alla luce del sole, quelli per l’esportazione di rifiuti sono e saranno sempre ritenuti illegali, e per questo la pratica è stata parzialmente messa a freno dalla convenzione di Basilea del 1992.

Tuttavia rimane una drammatica analogia fra Africa, Cina e sud-est asiatico trattate per anni come la pattumiera del mondo industrializzato e la “povera” Albania considerata il prolungamento del territorio italiano, dove ospitare, a pagamento, centri di accoglienza e strutture amministrative per i quali il nostro paese non ha più spazi e disponibilità.

E’ fatale che dove c’è “troppo” di qualcosa o di qualcuno continuino ad emergere le sperequazioni di questo pianeta. Le redistribuzioni generano problemi e rivelano inadempienze e limiti delle amministrazioni e degli stati. Il troppo svela il poco.

So di essere cinica nel vedere relazione fra migranti e rifiuti tossici e tuttavia entrambi sono il bubbone del mondo ricco che esplode del proprio benessere comunque colpevole, che asfissia nei propri drammatici disagi.

Anche se salutato come esemplare accordo di cooperazione internazionale, e al di là del fatto che può essere considerato come una geniale trovata di “sopravvivenza” vista l’indifferenza dell’Europa ai nostri problemi, il patto fra Italia e Albania resta un’ulteriore conferma della nostra predisposizione proprio al mantenimento di quegli squilibri nei quali il mondo rischia di asfissiare, e che alla fine noi benediciamo e usiamo proprio per cercare di prendere una boccata d’aria.

Del resto al di là dell’Adriatico non sembrano scomporsi particolarmente. Qualche decennio fa sui barchini di fortuna c’erano loro. Possono consolarsi così, raccontandosi di non essere poi tanto “ultimi”, visto che hanno l’occasione di restituire oggi quel po’ di bene che hanno ricevuto ieri.

 

27 novembre 2023

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