La vecchia fiaba narrava dei due truffaldini che ingannavano il sovrano vanitoso raccontandogli di avergli confezionato abiti sontuosi e leggerissimi con un tessuto magico che risultava invisibile agli stolti. E del bambino innocente che, mentre tutti (proprio per non passare da stolti) giuravano di vedere il sovrano addobbato, gridò candidamente in mezzo alla folla: “Ma il re e nudo!”
Ecco: il generale di cui tutti parlano, hanno parlato e continueranno a parlare, ha solo candidamente (oppure maliziosamente) gridato: “Il re è nudo!”
Non lo nomino, perché tutti sanno chi è e che cosa ha fatto. Ha pubblicato le sue idee controcorrente. Apriti cielo. Forse è generale proprio per questo: addestrato ai conflitti, ha presunto e presume di saper come fare a fronteggiare gli agguerriti esponenti del main stream dominante. Se non che contro certi faziosi esperti di malafede non bastano le task force e i missili terra-terra.
Processato o esaltato a seconda dei punti di vista, ha semplicemente detto “il re è nudo”, con l’aggravante, secondo molti, di non essere un bambino, ma di essere appunto un militare. E difatti si sono sentiti in obbligo di intervenire gli stati maggiori, i soloni della Repubblica e non ultimo il Ministro della Difesa. Quanto rumore per nulla.
Il tizio ha solo scritto e ribadito quello che pensa, fregandosene del main stream di cui sopra. Fregandosene di apparire stolto affermando ingenue o discutibili verità che peraltro molti pensano, che sono spesso sotto gli occhi di tutti, ma che nessuno si sogna di voler vedere e tanto meno di osare esprimere.
Non mi interessa che cosa pensi per davvero il coraggioso, ingenuo generale La Palisse. Se sia più a destra della destra, o nostalgico del nazismo etc. Non mi interessa se abbia torto o ragione, né verificare di essere in disaccordo con lui oppure no. Mi interessa il fatto che non tacere il proprio pensiero quando questo è contrario al flusso… generi comunque scandalo, scompiglio, disordine, allarme, ondate di protesta, mobilitazione della politica…
Segno che in questa democrazia camuffata non siamo minimamente abituati a quello che predichiamo spesso a pappagallo, ovvero che la serena convivenza col diverso è necessaria, e che va praticato sempre e comunque il confronto con chi la pensa diversamente da noi.
Al contrario: finché il diverso non è troppo diverso, ovvero è omologabile, inquadrabile in precise categorie, va protetto. Ma se invece è un diverso “lancinante”, fastidioso, eversivo, antipatico, oppure ingenuo come un bambino che gioca alla guerra, allora bisogna metterlo al bando o alla gogna finché si è in tempo.
E se il re è davvero nudo oppure no, non interessa più a nessuno verificarlo.
Tanto meno al re.
Povero re, povera Italia.
26 settembre 2023
Antonella Crocetti
Chi va controcorrente è spesso additato… purtroppo!!