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NONA

Se pensiamo al destino dell’umanità non possiamo che convincerci che la Storia, definita maestra di vita, finisce per insegnarci… che non può insegnarci nulla. Gli orrori del passato tendono infatti a ripetersi, come se non ne avessimo mai abbastanza di ricevere sofferenze, oltre che di infliggerle. Chi lancia disinvoltamente dall’Est Europa minacce nucleari sembra avere totalmente dimenticato Hiroshima e Nagasaki. Chi altrettanto disinvoltamente progetta e compie attentati nel cuore di città popolate di gente “normale”, inclusi bambini, madri di famiglia, vecchietti a spasso col cagnolino, non deve aver visto, neppure in televisione, le agghiaccianti scene dell’11 settembre 2001 a New York.  Chi tiene confinate masse di persone dentro infernali campi profughi non deve aver mai sentito parlare di Auschwitz o Mauthausen. Eccetera. Insomma abbiamo tutti la memoria corta, cortissima, quasi inesistente.

O forse c’è un’altra legge insita nella natura umana: l’imperfezione, che non riguarda soltanto la nostra esposizione a forze e destini avversi, la nostra fragilità costitutiva per cui “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, ma il tragico meccanismo per cui finiamo per essere nello stesso tempo vittime e carnefici di noi stessi. La vera debolezza è nel trovarci a fare il male, oltre che subirlo.

Gesù cade per la terza volta. La vittima per eccellenza della storia riassume nella sua persona questa catena di dimenticanze e di fragilità umane.

 

3 aprile 2023

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