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OGNI GIORNO UNA COSA BELLA

L’ha scritto nel suo diario una giovane donna, morta pochi giorni fa per una lunga malattia. Era la sorella di una mia cara amica e questo semplice invito (“cerchiamo di fare ogni giorno una cosa bella”) può essere considerato un testamento prezioso, che non si limita a destinare oggetti e proprietà ad alcune persone designate davanti a un notaio, ma che estende a tutto il mondo il promemoria su una delle missioni più solenni di noi umani: vedere la bellezza e, se possibile, costruirla.
Ho provato a mettere in pratica questo invito così semplice e insieme così impegnativo e mi sono persa nelle sue infinite possibilità di realizzazione. Che cosa vuol dire “una cosa bella”? Può bastare una monetina nella mano del mendicante, un sorriso al posto di un’offesa, un gesto di rappacificazione? Oppure sarebbe necessario posare un mattone nella tortuosa quanto ingrata costruzione della pace mondiale – e come?-, dare il voto giusto in cabina elettorale –e quale?-, o ancora sventare un attentato, buttarsi nel fuoco per salvare una vita, lottare contro l’estinzione dei lupi o delle balene?
La bellezza non è una faccenda privata, consolatoria. La bellezza riguarda Dio, l’evoluzione e la salvezza del genere umano, il senso della vita di tutti noi… Confesso dunque di essermi persa, di fronte alla sobrietà e alla trasparenza di quell’invito. Tanto più lanciato da una giovane donna così addestrata alla sofferenza e ora “magnificata” dalla propria morte. Un invito modesto e insieme così sacro e definitivo.

Tra qualità e quantità non c’è bisogno di ostinarsi sul raggiungimento della seconda, ricorda qualcuno: il chicco di senape insegna, basta pochissimo per muovere le montagne. Ma è proprio la quasi invisibilità in cui il senso della vita si nasconde a rendere la sfida spaventosa. Scindere il bello dal brutto, scovare il giusto nell’insensato è forse la responsabilità umana per eccellenza, il modo in cui ciascuno di noi deve poter rispondere alla antica domanda del filosofo e del salmista: chi è l’uomo? Chi è l’uomo perché Dio se ne ricordi? “Fare ogni giorno una cosa bella” diventa così una specie di chiamata alle armi che potrebbe investire di luce nuova tutta la storia umana. Una storia che forse è stata finora così sanguinosa proprio per la nostra incapacità di arrenderci alla bellezza. Mi sentirei di rettificare allora così l’invito della giovane amica: cerchiamo di vedere ogni giorno una cosa bella. Perché la bellezza già esiste: farla forse non serve, è già un impegno immenso riuscire a riconoscerla e a custodirla.

3 ottobre 2022

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