Per ascoltare invece di leggere:
Va a concludersi la rassegna “Le interviste impossibili. Dalla radio al palcoscenico”, che è andata in scena al teatro Tordinona per tutta la stagione, da ottobre a maggio, con il sostegno di tanti amici autori e attori e la regia di Renato Giordano: va a concludersi a fine mese con l’intervista più impossibile di tutte. Non una intervista a un personaggio storico, ma a un oggetto: una chitarra.
Certamente uno strumento musicale è una “cosa” di per sé eloquente: mandai in scena questa chiacchierata fantastica diversi anni fa affidando la parte della chitarra a una consumata e nota attrice di teatro, che le prestò la voce, interpretando le battute da me immaginate e scritte. Ma l’attrice era da un lato troppo umana, dall’altro troppo accademica, ovvero “sapeva un po’ troppo di teatro”. Anche altre circostanze mi spinsero a fare a meno della sua collaborazione. E così mi ritrovai a pensare che, se una chitarra deve parlare, esprimere dei pensieri o rispondere tramite parole a domande e provocazioni umane, può farlo forse con la sua stessa voce, non umana.
E’ la ragione per cui il prossimo 27 maggio andrà in scena una sfida espressiva, un esperimento decisamente inedito, che ha avuto una illustre anteprima anni fa grazie ai maestri Luigi Picardi e Mauro Restivo e che in questo caso si avvalerà della partecipazione davvero straordinaria di Michele Ascolese.
Tecnicamente, chi assisterà allo spettacolo si troverà di fronte a un recital per voce e chitarra.
Quando si dice “recital” si dà per scontato che ci sia una persona a parlare e uno strumento a suonare. Diversamente si avrebbe un concerto. Di recital per voce e strumento ne abbiamo visti tanti: in genere un attore interpreta dei versi, alternandosi con un solista che esegue al alcuni intermezzi musicali.
Stavolta la voce (la voce parlante che sarà la mia, quella cioè dell’intervistatrice) porrà alcune domande e la chitarra risponderà direttamente, come potrà, cercando di rendere comprensibili le sue risopste, i suoi umori, le sue reazioni. Io interrogherò, provocherò, stimolerò la chitarra e lei reagirà, doppiata dalle improvvisazioni di Michele Ascolese. Che non ci farà mancare anche una selezione dal suo ricco repertorio, che spazia dalla musica etnica al jazz, dal pop alla World Music.
Vi aspettiamo dunque la sera del 27 maggio alle 21.00, al teatro Tordinona per questa particolare serata conclusiva.
Ma vorrei aggiungere qualcosa circa il senso di tutta questa rassegna “para-teatrale” Qualcosa che spiega anche perché io sono diventata la sacerdotessa delle interviste impossibili, diciamo così. Semplice, perché soffro di solitudine. Perché le persone non hanno più tempo di parlare e tanto meno di ascoltare. Perché i dialoghi cui assistiamo per esempio in televisione sono il più delle volte grotteschi, paradossali, falsati e folli, perché i confronti che ci permettiamo nella nostra vita quotidiana con i nostri simili sono il più delle volte frettolosi e ipocriti, superficiali e di facciata. Al contrario, le interviste immaginarie costringono chi le scrive e chi le legge (o le ascolta) a un singolare realismo, a una dialettica serrata e implacabile, e più facilmente finiscono per avvicinarsi alla verità. Anche se a parlare sono una donna e una chitarra.
La bellezza di questo gioco è dunque tutto nell’invito al dialogo. Che è fatto di pensiero, di autenticità e di ascolto. Anche le cose parlano e vanno ascoltate. Testimoniano storie, rapporti, legami. Intervistare una chitarra è dunque un po’… un invito nell’invito. La storia che racconta la mia interlocutrice è una storia forse banale, che appartiene a tanti, che appartiene a me. E’ anche la mia storia, e spero che, al di là della vicenda narrata, possa avere punti di contatto con la storia di tutti. Il messaggio è sempre lo stesso: per favore non rimaniamo chiusi, per favore non rimaniamo sordi.
9 maggio 2024