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QUANDO UNO SE LE CERCA…

Per ascoltare invece di leggere:

“Libera frociaggine in libero stato” mi sembra uno slogan degno del Nobel degli slogan. Lo si è visto al Roma Pride di sabato scorso. Geniale.

Per almeno due motivi.

Primo. Rievocando, benché in maniera fin troppo politicamente scorretta, l’antica disputa sui limiti del potere temporale, sottolinea come l’invasione di campo da parte del pontefice in questioni di etica sessuale è lecita fino a un certo punto. Un papa deve fare il papa, e nonostante tutti gli sforzi che faccia per apparire popolare e gradito alle masse, alla fine non può non dire la sua circa unioni non precisamente regolamentari secondo la morale cristiana: ora, se lo fa dentro le mura, rivolto ai seminaristi o a chi la morale cristiana intende seguirla integralmente, o rivolgendosi a suoi potenziali proseliti e seguaci, nulla da obiettare. Se invece pretende di entrare nelle camere da letto di chicchessìa, farebbe meglio a stare zitto.

Secondo. La citazione d’autore. Il termine “frociaggine” restituito all’augusto mittente gli restituisce contemporaneamente tutto il carico di “costruita disinvoltura” di cui Bergoglio sembra ammantarsi sempre più in un crescente autocompiacimento in forza del quale apre bocca e gli dà fiato, riuscendo a travolgere prima o poi tutti: sani e malati, cristiani e mangiapreti, maschi coi pantaloni e donne pettegole, froci e non froci.

Questo stile, o meglio questo genere di espedienti demagogici un po’ da avanspettacolo sembra però aver fatto il suo tempo, Santo Padre. E finiscono per diventare armi a doppio taglio. “Chi combatte contro i mostri, deve stare attento a non diventare anche lui un mostro”. E la citazione, in questo caso, viene ripresa proprio in un romanzo che tratta di frociaggine, mi si passi il termine. Anche se il copyright è di Nietzsche. Quello di “Dio è morto”, non so se ha presente, Santità.

 

19 giugno 2024

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