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RIVOLUZIONI

Per ascoltare invece di leggere:

Martedì  prossimo va in scena al teatro Tordinona la quarta serata della rassegna “Le interviste impossibili. Dalla radio al palcoscenico” , con la regia di Renato Giordano. Ho proposto io stessa questa rassegna, partendo dalla mia esperienza radiofonica con questa fortunata formula, che vede il confronto fra autori di oggi e personaggi del passato. I primi immaginano di incontrare i secondi, scrivendo una intervista totalmente inventata, rigorosamente basata però su documenti e dati storici. Prestigiosi attori danno voce ai personaggi, mentre gli autori interpretano se stessi ponendo le domande ai loro interlocutori.

Renato Giordano ha accolto con entusiasmo la proposta e sta dando alle performances una vitalità nuova: nella versione radio-teatrale dialoghi come questi non avrebbero potuto averla. Gli autori che si sono cimentati finora sono stati giornalisti radiofonici e drammaturghi, ovvero gente del mestiere, in dimestichezza con la parola parlata. Martedì prossimo, 6 febbraio, sarà la volta di due docenti universitari, che però sono anche note firme giornalistiche della carta stampata: Lucetta Scaraffia e Giovanni Maria Vian. Una categoria autorale in più, due professionisti prestigiosi e coraggiosamente disponibili a un esperimento per loro relativamente nuovo. Duetteranno rispettivamente con Rosa Luxemburg e con papa Pio IX Mastai Ferretti, personaggi per certi versi opposti, appartenenti a due periodi storici contigui ma analoghi (la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento), accomunati sotto il segno delle rivoluzioni. Pio IX, l’ultimo papa re, ebbe a vedersela infatti con i moti risorgimentali, mentre Rosa Luxemburg sposò la causa del socialismo rivoluzionario. Interpreteranno i due personaggi rispettivamente Giorgio Colangeli e Maria Rosaria Omaggio.

Personalmente sono una fanatica delle interviste impossibili. Le ritengo, forse esagero, una rivoluzione nella storia della radiofonia. A fronte del conformismo di certe interviste reali (i miei colleghi giornalisti fanno spesso domande stereotipate, che gli interlocutori comunque ignorano parlando a ruota libera), trovo più autentiche proprio le interviste immaginarie. Il loro schema possiede inoltre a mio parere una immensa portata didattica, non ancora sufficientemente conosciuta e sfruttata nelle scuole e nelle università. Del resto, argomenti storici o scientifici presentati in forma dialogica sono stati di casa già nell’Accademica platonica, dove, come si legge in una pseudo Lettera di Platone (344 b-c), la conoscenza della verità si raggiunge attraverso una vita vissuta in comune e dedicata a “confutazioni amichevoli e domande e risposte fatte senza ostilità” . Fa eco Aristotele nell’Etica Nicomachea (1172 a 1-7) sostenendo che la felicità consiste nel fare insieme con gli amici la cosa per cui più si desidera vivere, che nel caso dei filosofi è il “filosofare insieme”. Dialogando!

Pertanto, in questa adesione alla rassegna delle interviste impossibili da parte di due accademici del nostro tempo trovo riattivato lo spirito antico della scuola-ludus, dove l’istruzione si rivela appunto un gioco, piuttosto che una fatica, dove il confronto critico delle idee è ricercato piuttosto che temuto o messo a tacere, dove l’immaginazione è sollecitata come strumento di pensiero piuttosto che come futile o pericolosa evasione.

Recentemente, alla Facoltà di Architettura della Sapienza, Università di Roma, alcuni docenti hanno brillantemente invitato i loro studenti a “intervistare” Bramante, Michelangelo e Maderno, costringendoli a studiare vita e opere dei personaggi in questione, ma nello stesso invitandoli  a un libero confronto con le istanze del nostro tempo. Un approccio rivoluzionario, ma certamente efficace. Conosco i risultati di questo esperimento e sono stati davvero decisivi per i ragazzi, per l’approfondimento della materia in questione.

Doppio grazie dunque ai due intervistatori di martedì prossimo (Scaraffia e Vian) che, proprio in quanto accademici, ci confermano che la cultura oggi (particolarmente oggi in un mondo “democratizzato”  e volgarizzato dalla globalizzazione informativa ) ha o dovrebbe avere libera cittadinanza anche -forse soprattutto-  al di fuori delle aule universitarie o dei canali istituzionali…

E che sarebbe questa, forse, l’unica vera, necessaria rivoluzione del nostro tempo, l’unica battaglia che avrebbe bisogno di eroi. Un eroismo che non ha prezzo. E che perciò non può essere pagato. Così come non si pagano i figli (Eduardo) e tanto meno i genitori. Ma di questo generoso eroismo, purtroppo, non molti sembrano ancora sentire l’esigenza.

 

3 febbraio 2024

One thought on “RIVOLUZIONI

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