Per ascoltare invece di leggere:
Benino mi ha sedotta. Chi è? E’ un personaggio del presepe, un giovane pastore addormentato. Mentre tutti si avvicinano, prudenti e curiosi alla grotta, mentre la folla piano piano si ingrossa, una folla che immaginiamo silenziosa ed educata, ma comunque calda e partecipe, lui dorme.
Se si osservano con attenzione molti presepi della tradizione, si noterà in un angolino, non lontano dalla grotta, un ragazzo disteso a terra, incosciente, beatamente avvolto nel suo tamarro.
Quanto ci assomiglia. Può scendere Dio in terra, possono scatenarsi guerre e tsunami, possono morire o nascere bambini a un passo da noi… e noi dormiamo. Ce ne stiamo altrove, distratti e disamorati, compresi nei nostri pensieri, distanti dalla realtà che ci sfiora, da tragedie così come da eventi epocali, da grandi fatti come da piccoli ma intensi drammi che colpiscono il vicino di casa.
Dormiamo. Dormiamo sempre, anche quando siamo svegli. Dormiamo anche se ci impegniamo ad apparire reattivi e partecipi, presenti al nostro interlocutore, compresi nel presente.
Quel ragazzo che, nonostante sfiorato dall’eterno, tuttavia prosegue il suo sonno innocente e incolpevole è l’immagine dell’umanità non ancora toccata dalla redenzione, ancora inconsapevole del percorso di salvezza offerto dalla venuta di Dio in terra. Ma è anche l’immagine dell’umanità di oggi, che resiste ostinata dentro l’ignoranza di un possibile riscatto, sia quello offerto dal Cristo, sia quello offerto dalla ragione, dal progresso, dalla civiltà o da una possibile solidarietà.
Benino ci assomiglia nelle nostre chiusure, nella nostra ostinata fedeltà alla solitudine e all’ignavia. E tuttavia, come non volergli bene? Come non compatirlo nella sua umanissima fragilità, che non resiste neppure di fronte al disvelamento del mistero, che non è mai pronta a confrontarsi con altro che non siano le piccole esigenze quotidiane del mettere insieme il pranzo con la cena.
Benino mi commuove come sempre mi commuove vedere qualcuno ignaro e indifeso che dorme, che nella sua “inermità” svela la verità più vera di se stesso, il suo più autentico io, senza trucchi e senza protezioni , neppure da se stesso.
Ma Benino mi ha sedotta soprattutto per qualcos’altro. Alcuni storici sostengono che in realtà il pastorello addormentato sia il personaggio più importante del presepe. Colui che lo sogna e che per questo è parte del proprio stesso sogno: autore e interprete, testimone e regista della scena della Natività.
Benino testimonia così il miracolo della creazione: a tutti noi non resta accettare la nostra fragilità, sentirci indifesi e lasciarci andare all’ombra per poter essere degni di aprire gli occhi di fronte alla Verità…
24 dicembre 2024