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SESTA

Nelle nostre filosofie occidentali il protagonista principale è sempre l’io, il soggetto pensante e razionale, che pensa tutto sempre e solo partire da sé, dalla propria prospettiva, considerando il mondo e il prossimo come  proprie protesi, annullando le specificità e le differenze di ciò che incontra sul suo cammino. E’ la premessa perfetta per quel narcisismo e quell’ egotismo esasperati che infestano i nostri tempi. Nella seconda metà del secolo scorso il filosofo franco-ebreo-lituano Emmanuel Lévinas propose un correttivo a questo soggettivismo esasperato, una possibile difesa dal solipsismo razionale dell’io attraverso il confronto con il volto dell’altro, del prossimo: dal principio di identità al principio di alterità, dal primato dell’io al primato dell’altro. Scrive Lévinas In el suo splendido saggio Totalità e infinito: “Nel semplice incontro di un uomo con l’Altro si gioca l’essenziale, l’assoluto: nella manifestazione, nell’”epifania” del volto dell’Altro scopro che il mondo è mio nella misura in cui lo posso condividere con l’Altro. E l’assoluto si gioca nella prossimità, alla portata del mio sguardo, alla portata di un gesto di complicità o di aggressività, di accoglienza o di rifiuto”.
Guardare il volto dell’altro significa cogliere i segni e i motivi della mia responsabilità per lui e per il mondo intero, riconoscere che non siamo soli. L’uomo nuovo rinascerà da questo incontro, premessa al coinvolgimento personale ed etico verso tutto ciò che ci circonda.
Sesta stazione. Veronica asciuga il volto di Gesù. E quel volto rimarrà impresso nel lino. Ogni volto è destinato a rimanere impresso, se lo sguardo che lo guarda è animato da com-passione.
31 marzo 2023

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