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STUPIDARIO MASCHILE

Era ovvio che si tradissero. Uomini e anche donne. La giornata della retorica che doveva stigmatizzare la battaglia contro la violenza sulle donne ha generato grotteschi esiti per lo più passati inosservati. Segno che quanto si predica è ben lontano da quanto si pensa.

Primo. “Battaglia contro la violenza sulle donne”. L’ossimoro evidente non ha stupito nessuno. Tre parole insieme (“battaglia”, “contro” e “violenza”) che algebricamente si annullano a vicenda: se per stroncare una violenza è necessario fare una battaglia cominciamo male. La rivoluzione francese, che voleva abbattere i soprusi contro il terzo stato, portò alla ghigliottina, il sopruso dei soprusi contro la vita umana. All’epoca era giusto che nessuno ci facesse caso. Oggi, estirpare una violenza con un’altra violenza, che sia verbale o culturale, rivela tutta la pretestuosità e la fragilità dell’intenzione. Oltre che il difetto di impostazione. E lo conferma il fatto che nessuno se ne stupisca.

Secondo. Frase captata in tivù dalla bocca di un maschio illuminato che, elencando le meravigliose donne della sua vita, esortava tutti a ricordare quanto le donne “siano state create per deliziarci” (noi uomini). A chi lo ascoltava, soprattutto donne, l’entusiasmo per la furbesca captatio benevolentiae ha evidentemente impedito di cogliere in quella frase la potente e radicata impostazione ultra-retrogada e ultra-maschilista: le donne create in funzione del piacere degli uomini. Orrore!

Terzo. Altra frase captata in tivù, sfuggita dalla bocca di un accademico che ha regalato questa perla in tutt’altro contesto, perdendo un’occasione d’oro per tacere, e volendo invece a tutti i costi mostrarsi aperto e illuminato: “le donne… dobbiamo trattarle bene”.

Io tratto bene cani e gatti.

Anche in questo caso nessuno si è stupito. Sfumature linguistiche? Le parole ci sono. Usiamole.

E a volte, risparmiamocele. A volte il silenzio è la migliore e più elegante “battaglia”.

 

26 novembre 2023

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