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SE NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA…

Sull’isola di Favignana c’è un marinaio (capitano di se stesso) che porta in giro i turisti sulla sua barca a motore. Il programma, sulla carta, è analogo a quello di tanti altri suoi colleghi: il giro dell’isola, un frugale e squisito pasto a bordo, soste nelle calette più attraenti, racconti, aneddoti e curiosità sul luogo…
Sono stata turista anche io di recente sulla maggiore e bella isola delle Egadi e così ho conosciuto, sulla sua barca turistica, Umberto Casablanca, detto ‘u piscicane. Corporatura robusta e soda, carnagione abbronzata, occhi malandrini come carboni accesi, calvizie coperta da uno spiritoso zucchetto colorato, agilità da furetto sopra e sotto coperta, cordialità contagiosa, giusta dose di esibizionismo “meridionale”…

Ho origini anche io del Sud e so di che parlo: non è un luogo comune, al Sud ci si vanta per niente. E’ un modo per ricordare agli ospiti, senza falsa modestia, di trovarsi comunque nel luogo più bello del mondo, fosse anche il più insignificante paesino abbandonato da Dio: al Sud c’è l’orgoglio e la gratitudine di vivere in una terra – l’Italia tutta- che rimane comunque splendida e fiera benché vessata, sfruttata e umiliata nei secoli. Le maggiori prove che storicamente il meridione ha dovuto affrontare (dalla miseria alla delinquenza, dall’arretratezza alle soperchierie da parte dei poteri centrali o degli invasori) sembrano bilanciate in chiunque da un grato sorriso alla vita, da una realistica e insieme scanzonata consapevolezza che le ricchezze con cui queste zone sono state benedette e quasi ricompensate bastano a tutto.

I marinai sono gente ruvida, spiccia. Abituati a dare e a ricevere ordini, perché si sa che il mare “non scherza”. E la vita neppure. Dove tutto fluttua ci vuole disciplina, saper tenere il timone. Umberto il pescecane dev’essere di questa razza qui, di pescatori e di marinai, capace di mordere e insieme di sgusciare via, cane e pesce nello stesso tempo: la stessa energica schiettezza dovevano avere gli uomini di Cristoforo Colombo, i guerrieri norreni della Scandinavia, i pirati moreschi e i corsari catalani… Affratellati dalle onde, dall’incerto dei flutti e della vita, affidati solo a se stessi e ai contrasti forti della terra e del mare, questi uomini concreti e cordiali colgono una delle leggi più profonde e misconosciute dell’esistenza: il tanto e il poco si assomigliano. Il tanto e il poco sono la stessa cosa.

Un uomo, una barca, un’isola. Poco oppure tanto? Quasi niente oppure tantissimo? Se guardi la terra dal mare, la prospettiva cambia, e luoghi familiari che credi di conoscere ti appaiono all’improvviso alieni, nuovissimi. L’occhio del marinaio ha questa saggezza e questa duttilità al continuo cambio di prospettive: anche per questo il poco può diventare improvvisamente tanto, e se il capitano di se stesso ti regala un piccolo concerto mettendosi a cantare struggenti canzoni su una semplice base strumentale preregistrata, anche la gitarella turistica diventa improvvisamente tutt’altro.

Tu a bordo, da turista diventi ascoltatore. Ti sei appena commosso per il turchese e per le strane sculture degli scogli e delle rocce, per i misteri dei fondali e le sfumature violacee delle meduse, e ora ti commuovi per una voce che canta in mezzo al mare…

Umberto Casablanca infatti è anche un cantante professionista, che ha al suo attivo diversi concerti. Informa di essersi esibito con Dalla, De Gregori, di avere ricevuto complimenti da Paoli e da tanti altri… E ha ragione di vantarsi, anche se non ne avrebbe alcun bisogno.

La voce piena, la dizione perfetta (improvvisamente senza più accento locale), l’umiltà in questo caso di “non strafare”, di non voler imitare nessuno, di non voler esibire la potenza dei propri polmoni, la forza e la delicatezza di essere solamente se stesso e di “dondolare” dolcemente sulla musica, esattamente come la sua barca dondola sul turchese…. Tutto ciò fa sì che il siciliano simpaticamente “spaccone” diventi improvvisamente un poeta umile e che il “taxista” di turisti svagati diventi di colpo un traghettatore di emozioni. Non previste e per questo tanto più intense.

Ci sono tanti mestieri che risvegliano emozioni. Attori, cantanti, poeti, pittori, musicisti, sarti, ceramisti, chef, artigiani di ogni tipo… frequentano la bellezza, ce la mostrano nelle modalità più impensate e sorprendenti. Alcuni di questi sono celebrati e acclamati, conosciuti in tutto il mondo, applauditi e pagati profumatamente. Altri, e proprio in un paese come il nostro (vedi sopra, oppresso nei secoli e tuttavia quotidianamente liberato e consolato dalla propria riserva inesauribile di bellezza), li incontri per caso, nei posti più impensati, lontanissimi dai riflettori, paghi solo delle loro passioni, che a volte anche altri riescono, per grazia di Dio, a condividere. Perché “nessun uomo è un’isola”, come scriveva John Donne.

Io sono una turista distratta mio malgrado, indolente e svogliata. Mi lascio trascinare e alla fine sono grata a chi insiste per farmi superare la pigrizia portandomi in luoghi più o meno celebrati, di fronte a svettanti architetture o a panorami mozzafiato. Ma il panorama più bello per me resta il cuore dell’uomo. Non vengo mai smentita. Tanto più prezioso in quanto spesso invisibile e che può folgorarci per caso. Per tutto questo, grazie, capitano Umberto. Ci hai fatto dondolare il cuore.

 

6 giugno 2023

 

2 thoughts on “SE NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA…

  1. Antonella Crocetti

    …”il panorama più bello per me resta il cuore dell’ uomo…”
    Mi incanti come sempre!!
    I tuoi scritti sono melodie

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