Sono tornata di recente, in una specie di pellegrinaggio personale, nella terra d’origine di mio padre, la Calabria Jonica: dal suo paese Gagliato, arroccato su una collinetta tra le serre e il mare –raggiunto con un treno AV e un breve percorso in autostrada- sono discesa verso la Magna Grecia di Punta Stilo, Riace, Caulonia , risalendo poi verso l’entroterra boscoso della certosa di san Bruno. Ho intercettato così almeno tre o quattro cammini: quello dei coloni greci dell’antichità classica, quello dei monaci del medioevo cristiano, quello personale della mia famiglia di emigranti. Erano più di quattro decenni che mancavo da Gagliato, dove avevo passato alcune felici e ignare estati dell’infanzia e dell’adolescenza negli anni sessanta e settanta del secolo scorso. Dovevo ai miei zii e alla memoria di mio padre il dolente compito del tornare indietro, in una doverosa ricognizione delle modeste proprietà di famiglia da tempo in abbandono.
Particolarmente in Italia, ma poi ovunque nel mondo, andare è sempre un andare indietro: non si cammina mai solamente sui propri passi, ma sempre e comunque sui passi di qualcun altro. Nel tempo le strade bianche diventano asfaltate, i gradoni di pietra subiscono colate di cemento, le casupole coi solai di incannucciata evolvono in palazzine più dignitose, dei grandi templi non restano che piatti spiccati e colonne erose… Tutto si trasforma inevitabilmente, ma le tracce di chi ha percorso strade e abitato terre molto prima di noi ci parlano un linguaggio misterioso e potente che assomiglia a una musica. Persistente e consolatoria.
E così in tre giorni li ho reincontrati tutti: gli Achei avidi di conquista che arrivavano da oriente con le loro navi veloci e leggere descritte da Omero attraversando lo Jonio cobalto, i monaci che percorrevano i sentieri dell’Europa divisa dalla lotta per le investiture in cerca solo di pace e vita contemplativa, gli emigranti costretti a varcare l’ oceano bisognosi di sostentamento per le proprie famiglie… Ulisse che tornava a Creta, Bruno di Colonia che lasciava il Delfinato per costruire una nuova certosa, il bisnonno Francesco con la sua valigia di cartone che arrivava in piroscafo a Nuova York e io immagino che abbia dato il suo modesto contributo alla costruzione del ponte di Brooklyn… Fino a mio padre diciottenne che, quell’estate del 1945, veniva mandato da Roma (dove a sua volta era emigrato con la famiglia negli anni trenta) per avere notizia della sorte di cose e persone, ora che la guerra era finita: impiegò una settimana solo per arrivare a destinazione. Chi veniva da est, chi da nord, chi partiva per l’ovest, chi riscendeva a sud… Cammini.
Camminare è sempre sovrapporsi ad altri cammini: le strade sono fatte da chi le percorre e le ripercorre, confermando l’intraprendenza del primo. “Strada” deriva da “stratus”, strato, qualcosa che viene steso e che è anche destinato a ulteriori sovrapposizioni, che poi diventano spazio- temporali, che mescolano memorie e progetti, emozioni proprie e altrui, ritrovamenti e contaminazioni, che affratellano i vivi e i morti.
E così nello stesso film ho visto Ruggero d’Altavilla e il vecchio sacrestano di paese ancora al suo posto dopo settant’anni, mio padre ragazzino e il nuovo parroco del Kerala, Goffredo Borgia e l’anziana cugina rimasta a custodire l’antico orto dei bisnonni, Ferdinando I re di Napoli e il dinamico vicesindaco gestore del bar al centro del paese, e anche il giovane sindaco rampante con suo padre che mi ha regalato non fiori, ma mazzi d’origano… E poi case diroccate e nuovi svincoli autostradali, la vecchia falegnameria dello zio Emilio e il nuovo Bed & Breakfast, bambini di ieri e bambini di oggi, palloni di stracci e nuovi campi sportivi…
Se andare è sempre anche un andare indietro, forse ogni cammino può aprirne altri, in avanti verso chissà dove e verso chissà quando. E’ l’augurio che rivolgo al nostro Gagliato, alla nostra Calabria, al nostro pianeta tutto intero, segnato da destinazioni e desideri di popoli e persone. Con la vocazione, speriamo, a incontrarsi, mai più a scontrarsi.
24 settembre 2022
Carmela Amato
Meravigliosa come sempre!
Un tornare indietro pieno di divenire!
Mi unisco al tuo augurio per Gagliato!
Ti abbraccio!
ANTONIO PISANO
LA NOSTRA BELLISSIMA CALABRIA EIL NOSTRO BELLISSIMO PAESE GAGLIATO ,BEI RICORDI…
Luigi
Bravissima come sempre ci stupisci con le tue parole