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TORNATE SERI

Oggi ho visto un prete cantare in televisione “Pazza Idea”, canzone degli anni settanta portata al successo da Patty Pravo: “Pazza idea di far l’amore con lui pensando di stare ancora insieme a te”. Certamente non sarò stata l’unica a godermi lo spettacolo. E quanto al prete, pare che non fosse neppure la sua prima volta. In un’altra occasione, giorni fa, si era esibito cantando” Nessuno mi può giudicare”.

Quando dico “prete” parlo di uno con tanto di tonaca nera lunga fino ai piedi, come non se ne vedono più dai tempi di Don Camillo. Nulla da eccepire sulle scelte dei brani. Davvero una pazza idea esibirsi in quel modo in televisione (con tutto il repertorio delle mossette e delle stonature) e giustamente che nessuno si azzardi a giudicarlo, tanto -buon  per lui – il Sant’Uffizio è stato chiuso da un pezzo.

Io non sono bigotta, se è per questo neppure troppo credente, però mi sono proprio depressa. Il prete non si è limitato a cantare, ma ha dato spettacolo di sé con exploit ridanciani  e nelle intenzioni spiritosi, – e saremmo pure in Quaresima – palesando la propria soddisfazione di trovarsi al centro delle attenzioni di un’intervitatrice che non aspettava altro che darlo in pasto a tutti noi. Ma senza capire, a quanto pare, in che pasto succulento si era per l’appunto trasformato.

Io coi preti ci ho lavorato quarant’anni. Erano di una categoria seria, intellettualmente preparati, dignitosi, e anche gente di mondo. Credo che nessuno di loro sentisse il bisogno di esibirsi in televisione, se non per interviste o consulenze in occasione di morte di papi o sinodi o conclavi.

Credo anche di indovinare alla perfezione che cosa spinga la Chiesa italiana a incoraggiare religiosi e religiose outsider  ad esibirsi disinvoltamente davanti alle telecamere (ricordiamo tutti suor Paola sfegatata tifosa della Lazio, o suor Cristina, cantante anche lei, che di recente ha lasciato i voti): la Chiesa cerca così di ingraziarsi il mondo, di mostrarsi al passo, di guadagnare qualche consenso. A meno che l’alternativa non sia che i vescovi si lascino talvolta incautamente sfuggire cellule impazzite e senza controllo come il prete di cui sopra. E tra le due ipotesi proprio non so quale sia la peggiore.

E’ stato uno spettacolo terribile. E non soltanto perché un sedicente uomo di Dio ha fatto la figura del clown (si dirà che anche Francesco amava definirsi “giullare di Dio”, anche se non mi sbilancerei in spericolati paragoni), ma soprattutto perché quella esibizione ha accresciuto di una tacca la nostra “ smemoratezza spirituale”.

Già è così difficile ricordarci di essere fatti “di luce”, di essere destinati a riscattarci dalle nostre miserie terrene… Se se ne dimenticano perfino le persone deputate ad accompagnarci “in alto”, è proprio la fine: siamo autorizzati anche noi ad accontentarci di vivacchiare consolandoci con qualche canzonetta.

Si dirà che sto condannando esageratamente una innocente esibizione… Sì, può anche darsi che io giudichi e condanni, ma se c’è uno che si esibisce, giudizi e condanne dovrà pure metterli in conto. E comunque non sono il mio giudizio e la mia condanna la cosa più importante. La cosa più importante è che io mi sento sola e smarrita. E con me chissà quante altre persone.

Perché non so più se c’è ancora qualcuno, in giro per il mondo, capace di assumersi il peso tremendo di mediare tra la terra e il cielo. E allora quali canzonette? Tornate seri, perfavore. O anche le vostre tonache si ridurranno a costumi da teatro. Grazie.

 

6 marzo 2023

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