Che bella scoperta: una bomba atomica pulita, che non lascerà scorie nucleari. Sempre una bomba sarà, anche se oggi l’accento della scoperta è posto sull’aspetto energetico. La fusione nucleare, obbiettivo che gli scienziati nel mondo perseguono da almeno la metà del secolo scorso, basata sulla fusione di due nuclei atomici, produce un surplus di energia in forma di calore. “Un’energia che imita quella prodotta nel cuore delle stelle” ha dichiarato al Corriere della Sera il fisico Guido Tonelli, membro del team ginevrino che ha scoperto il bosone di Higgs.
L’umanità potrà dunque disporre di una riserva praticamente inesauribile di energia. Ma davvero non ci lasceremo tentare da niente altro?
Certo, già la parola “fusione” è più simpatica della parola “fissione”. Suggerisce armonia, unione, incontro, equilibrio, pace… Al contrario della tremenda “fissione”, ovvero della devastante scissione del nucleo atomico. Che una volta scisso, scinde e dilania persone e cose. Forse anche coscienze, o forse no. Fissione, distruzione: Hiroshima, Nagasaki, Chernobyl, Fukushima.
Come non esultare insieme alla comunità scientifica: la soluzione definitiva dei problemi energetici ed ambientali della terra non verrà da un improbabile ritorno a una vita primitiva, a impatto zero, a modelli più o meno ecologico-frikkettoni, alle raccolte differenziate e quant’altro. Quanto meno non solo. La svolta decisiva ai problemi dell’umanità potrà venire solo dall’ampliamento delle conoscenze scientifiche condivise a livello planetario.
Tuttavia qualche dubbio è lecito: proprio in questo momento storico arriva la confortante notizia? Guarda caso. E proprio dagli Stati Uniti, quando sul tema delle fonti energetiche la Russia sta facendo la parte del leone? Sembra di rivivere gli anni della guerra fredda, di Kennedy e Krusciov, o dei missili SS-20 e Pershing 2, quando il conflitto si svolgeva anche a colpi di notizie e annunci tecnologicamente eclatanti: la corsa alla conquista dello spazio (chi arriverà per primo sulla luna?), la corsa agli armamenti …
Io esulterei con prudenza. Del resto anche gli scienziati concordano: perché il sistema diventi effettivamente e stabilmente produttivo ci vorranno decenni. In questo frattempo, per restare a quegli anni,
quante strade dovrà percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo? (…)
E per quanto tempo ancora
dovranno volare le palle di cannone
prima che vengano bandite per sempre?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento.
14 dicembre 2022