Per ascoltare invece di leggere:
In tutte le culture planetarie i riti matrimoniali sono caratterizzati da usanze festose e anche bizzarre: sono accomunati dalla necessità di sottolineare l’importante tappa della vita che l’unione tra due persone comporta e spesso affondano in tradizioni molto antiche. Per esempio in Egitto si compie il “zaffa”, una sfilata musicale che accompagna la coppia alla cerimonia. In Corea del Sud Il futuro sposo viene frustato sui piedi, un rito scherzoso ma che mette alla prova la sua forza. In India la coppia deve compiere sette giri attorno al fuoco sacro, scambiandosi promesse di amore e fedeltà. E così via.
Da noi in Europa, in generale nell’opulento mondo occidentale che si fa? Dopo il rito, religioso o civile, segue un lautissimo banchetto, che in alcuni paesi può protrarsi anche per diversi giorni: cerimonia e festeggiamenti sono da qualche anno appannaggio di una nuova categoria di persone specializzate, i cosiddetti wedding planners, i pianificatori dell’evento. Si deve poi aggiungere a ciò l’abitudine, diffusasi in Italia da qualche anno, di festeggiare, diverse settimane prima del rito, l’addio al nubilato e al celibato, con viaggi, gite o scatenati parties, riservati separatamente alle amiche della sposa e agli amici dello sposo.
Potrebbe sembrare strano che in una società ormai emancipata da certi oscurantisti retaggi del passato legati a cliché sul sesso, al mito della fecondità e al concetto di famiglia tradizionale il festeggiamento delle nozze resisti inossidabile nel tempo e anzi proceda in senso direttamente proporzionale al presunto evolversi della società.
Ovviamente è naturale voler festeggiare le proprie nozze, ma è singolare che l’occasione scateni in qualsiasi rappresentante di qualsiasi strato sociale, di qualsiasi età, provenienza geografica, formazione etc un irragionevole, irresistibile impulso all’eccesso in vari campi e un deciso regresso verso formalismi, tradizione e perfino superstizioni.
E’ il motivo per cui io proverò qui ad assumere il ruolo di wedding saboteur, contrapposto specularmente al wedding planner: di contro al pianificatore (di eccessi e stravaganze nuziali), proverò a essere il guastatore (portabandiera della sobrietà), nella speranza di suggerire come meglio impiegare energie, fantasia, reciproco amore nonché denaro in occasione di quella fatidica nuova tappa della vita di due persone.
- Se pensate di sposarvi civilmente non sforzatevi di scegliere la sede più eccentrica e originale possibile: un matrimonio non è una rappresentazione teatrale che necessita di una eccitante coreografia (spiaggia esotica, ghiacciaio a tremila metri, eremo sconsacrato tra gli ulivi, agriturismo montano, fondo del mare, vecchio tram restaurato etc). Non costringete i vostri ospiti a scomodi spostamenti e improbabili escursioni verso mete impervie. La sala comunale può essere una piacevole scoperta anche per i vostri parenti e amici.
- Se invece pensate di sposarvi in chiesa non mettetevi alla caccia della basilica più spettacolare come se steste scegliendo il migliore resort per una vacanza alla moda. La chiesa dove ci si sposa non è una destinazione turistica. In teoria, e teologicamente parlando, una chiesa vale l’altra, perché Dio è dappertutto. Ricordarsi che affreschi, navate barocche e soffitti a cassettoni sono opere d’arte solo per averli come sfondo della propria vanità è un’offesa all’arte e alla religione e tradisce che cosa ne pensiamo. Tornate piuttosto a sposarvi in parrocchia, anche se abitate in una triste periferia. Rallegrerete per un giorno quella triste parrocchia di periferia e darete qualcosa da fare a un parroco disoccupato.
- Non mascheratevi con abiti esagerati, vistosi, costosi, anticonformisti, originali ad ogni costo. Non perdete più di un paio di giorni della vostra vita per individuare quell’outfit elegante e misurato nel quale sentirvi voi stessi, ma soprattutto a vostro agio. Vale soprattutto per le spose, che investono patrimoni in abiti che spesso le privano di naturalezza e le costringono a muoversi goffamente, con strascichi e code di sirena che nel corso del ricevimento si inzacchereranno di polvere e fango.
- Avvertite gli ospiti, soprattutto le ospiti , che arrivare addobbate come per un invito a corte ormai è fuori moda. Non solo. Avvertitele che non sono loro le protagoniste della giornata, e dunque non serve che brillino di gioielli vistosi, pettinature eccentriche, abiti sontuosi. Avvertitele che la modestia è il loro miglior ornamento e che devono accettare di farsi da parte per lasciar brillare casomai unicamente la sposa.
- Evitate ramages di fiori e frutti, puttini e bottiglie di champagne stampigliati sulle partecipazioni. Evitate la ricerca dell’originalità anche nelle bomboniere. Evitate proprio le bomboniere, se ci riuscite. Anche le partecipazioni, in ultima analisi. Se proprio non ne potete fare a meno, distribuitele a matrimonio fatto, declinatele al passato (ci siamo sposati), evitando anche quella triste annotazione bancaria dell’inserimento dell’Iban, per monetizzare il regalo, pessima usanza degli ultimi anni. E rassegnatevi a ricevere da qualche irriducibile zia, qualche regalo alla maniera antica, tipo il set di sei bicchieri di cristallo e l’inutile centrotavola d’argento.
- Non continuate a ripetervi che è “il giorno più bello della vostra vita”. C’è da sperare che ve ne saranno molti altri, molto più belli rispetto a quello che in genere è un tour de force di troppe ore all’insegna della scomodità, della finzione, della fatica. Certo un giorno più bello di questo sarà stato casomai quello in cui vi sarete innamorati, o quello in cui avrete deciso di sposarvi. Un giorno certamente più bello ancora sarà quello in cui vi nascerà un figlio. Eccetera.
- Non presumete che la vostra cerimonia sarà la più elegante, la più originale, quella di cui il mondo non poteva fare a meno. In genere non è così, purtroppo c’è sempre qualcosa che non va secondo le vostre più teatrali previsioni. Senza contare che in ogni matrimonio, anche nel più dettagliatamente organizzato, proprio a causa delle esagerate attese di cui sopra, si annida il kitsch, il cattivo gusto che è figlio dell’eccesso.
- Non pensate alle vostre nozze come a uno spettacolo. In genere i vostri spettatori hanno pagato un biglietto pesante (un regalo più o meno costoso), ma raramente godono della parte spettacolare, cioè di quei pranzi o quelle cene senza fine, con sempre troppi invitati e sempre troppe portate, con attese spesso infinite tra una e l’altra. Sinceramente saranno felici della vostra unione, ma è tutto qui. Anzi solo qui. Il che non è poco. Che necessità di “punirli” con una festa esagerata? Il matrimonio è un sacramento, anche quando è un matrimonio civile. E’ un fatto sacro, come è sacra ogni promessa. Non c’è nulla da dimostrare al di là di questo. Nessun ansia da prestazione verso amici o parenti. Ciò comporta che non esageriate neppure con il numero degli invitati. Perché andare a recuperare il vecchio cugino che non vedete da anni o il vostro capufficio o gli amici di mamma e papà che i genitori non possono non invitare? Se non li inviterete non se la avranno a male, vi ringrazieranno anzi per aver risparmiato loro l’esibizione di un lusso estemporaneo inutile e pretestuoso.
9. Non esagerate dunque con la sede del ricevimento. La più splendida villa fuori città che possiate scegliere sarà la copia di un’altra simile villa fuori città: entrambe splendidamente anonime. Anche i menu sono ormai sempre gli stessi. E la location più sfarzosa assomiglia puntualmente a un’altra location similmente sfarzosa. Niente invece assomiglia a casa vostra. Se potete, organizzate piccoli incontri con piccoli gruppi di persone, per il piacere di ringraziare dei regali, di inaugurare la nuova casa, nel calore della nuova casa, condividendo la nascita della nuova famiglia.
10. Evitate infine quei finali da discoteca in cui vi sentite obbligati a far godere gli invitati, a gratificarli con danze sfrenate, musiche a tutto volume e spettacolo pirotecnico finale degno di un capodanno fuori stagione.
- Eventualmente, infine, non sposatevi affatto. L’inizio di una semplice convivenza può essere ugualmente festeggiato. Un eterno fidanzamento potrà farvi sentire giovani. Optare per il celibato e lo zitellaggio non è poi scelta da disprezzare. E per i più radicali, non necessariamente preti o suore, anche il voto di castità ha il suo perché.
1 luglio 202
Franco Salvatore Grasso
Complimenti per l’articolo!
Antonino D'Anna
8a: attenzione ai preti che “spiegano” il rito ai presenti. E’ la dimostrazione che siete degli atei di fatto che non sanno nemmeno come sia fatta una chiesa;
8b: no a prediche nuziali che sforino i 10 minuti. Dopo 5 minuti, è noto, iniziano i pensieri erotici.;
8c: spiegate ai vostri parenti che in chiesa non si fa casino parlando dei fatti loro mentre il sacerdote celebra e che siccome c’è già un fotografo pagato possono stare seduti senza fare il giro con la macchina fotografica del Lidl;
9a. Evitate di fare la scena, dopo tremila piatti che alle otto della sera siamo tutti ancora lì, che portano i piatti e lo sposo li lava davanti alla sposa mentre tutti ridono. Si parla tanto di patriarcato, e poi…;
9b: Quando siamo al ricevimento non imponete ai vostri ospiti, che si sono già levati giacca, cravatta e camicia inzuppati di sudore, di rivestirsi di nuovo per fare una caterva di foto. Siete solo degli stronzi (true story);
9c: Le signore vengano direttamente con le ballerine, e si levino pure le scarpe. Libero piede in libero Stato!
lauradmin
Meraviglioso sequel ai miei undici suggerimenti! Potresti andare avanti all’infinito , lo so. Scriviamoci un monumentale saggio! Tutti pensiamo certe cose ma non abbiamo il coraggio di metterle in pratica! Salvo le signore calabresi, si intende!!!!!