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NON C’E’ NULLA DI SBAGLIATO…

Ho appena finito di leggere IA-2230 Intervista dal futuro  di Luigi Vocalelli, in uscita con Armando Editore nella collana da me coordinata “XXI Venturo”, visioni dal ventunesimo secolo prossimo venturo. Sono dunque una lettrice di parte, e anche molto fiera del fatto che in questa raccolta di scenari relativi ai prossimi ottanta anni o poco meno si affacci adesso anche un testo che guarda oltre il ventunesimo secolo, addirittura al ventitreesimo.

Non è la prima volta che l’IA diventa – complice l’uomo – autrice di testi originali. Già Rocco Tanica esattamente un anno fa firmava per Il Saggiatore Non siamo mai stati sulla terra, primo romanzo scritto a quattro mani da un uomo e da un algoritmo.

Del resto, alcuni algoritmi sono stati incaricati di eseguire opere d’arte o di scrivere poesie, ingannando anche sedicenti esperti di belle lettere che hanno creduto di riconoscere in quei versi il genio di Beaudelaire, Joyce o Quasimodo.

Vocalelli invece fa un passo in più, concedendo all’IA una specie di autonomia di pensiero nel sottoporla a un autentico faccia a faccia alla pari, insomma, a una vera intervista e non “impossibile”, ma incalzante e pressante, in cui l’intervistatore non fa sconti quando l’interlocutrice cade -succede anche a una Intelligenza Artificiale! – in errori, semplificazioni o luoghi comuni.

Competere con una macchina è dunque una soddisfazione che possiamo ancora prenderci e dobbiamo ringraziare Vocalelli per averci con ciò tranquillizzato sul fatto che di fronte a “loro” , macchine, robot, androidi, software e algoritmi, abbiamo ancora qualche chance di replica.

Il tema del libro-intervista è appunto il futuro, come recita il titolo. E l’algoritmo impiegato dall’autore sembra sufficientemente programmato sul fronte delle previsioni in vari campi: globalizzazione, lavoro, arte, clima, sviluppo della tecnologia, perfino etica.

Vocalelli all’inizio si limita a fare domande, ingenuamente catturato – come egli stesso dichiara nell’introduzione- dalla comparsa di ChatGPT, che definisce “avvento di una nuova era” , quando l’Intelligenza Artificiale -anno 2022 – “si rivela alle masse”.

Però le sue sono domande insistenti, che non seguono pedissequamente una scaletta preordinata, ma la “riprogrammano” per così dire, sulla base delle risposte ricevute. Attenzione questa che peraltro dovrebbe mantenere qualsiasi intervistatore pensante di fronte a qualsiasi intervistato presunto a sua volta pensante. (Nella realtà umana in genere accade tutt’altro. Le domande vengono poste anonimamente e le risposte vengono date conformisticamente, sulla base di frasi fatte, luoghi comuni, sentito dire.)

Il fatto di avere come interlocutore una IA pone evidentemente l’intervistatore in uno stato di maggiore allerta, conferendogli una enorme responsabilità di fronte all’ eccitante quesito: “Cosa chiedere sapendo di poter chiedere qualsiasi cosa? Come porsi dinanzi alla consapevolezza dell’onniscienza?”

Per fortuna, caricata di questo compito, la personalità dell’intervistatore emerge nelle pagine del libro assai più vitale di quella dell’intervistato. E acuta, e ironica. Come è giusto che sia. Nelle sue domande si intuisce anche, più che il desiderio di verificare se l’IA sia all’altezza delle domande e delle aspettative umane, se davvero l’uomo sia all’altezza delle risposte artificiali, in grado cioè di vagliarle, recepirle criticamente, e nel caso contestarle. Insomma Vocalelli  ancora “vince” in quanto essere pensante.

Quanto a IA-2230, appare invece un perfetto campione di prudente equilibrismo politically correct. I tanti dati di cui dispone gli (o le?) impongono un costante esercizio di diplomazia di previsioni che rendono le sue risposte un algido mix tra quelle dei calciatori intervistati dopo una partita – hanno imparato a parlare come politici: tante parole per non dire niente, per non manifestare un briciolo di emozione- e quelle date da papa Francesco nella recente intervista al TG1: la pace è importante, ed è importante il benessere dell’umanità. (Ma non mi dire). D’altra parte è vero questo, ma potrebbe essere vero anche tutt’altro. Su questo tema alcuni la pensano così, altri la pensano cosà. A questa questione attualmente non c’è una risposta univoca ma tante opzioni diverse….. Eccetera eccetera eccetera.

Che noia. Se questo è il futuro, assomiglia terribilmente al passato. A immaginare il domani in questo modo sono bravissima anche io. Le pseudoprevisioni di IA-2230 sono certamente interessanti in quanto ci descrivono accurati e documentati scenari possibili e dunque possibili campi d’intervento da parte nostra, ma quando le scelte si profilano delicate e difficili, allora la macchina si ritrae e sospende il giudizio ( “non sono programmata per decidere in casi come questo”) e noi restiamo soli con la nostra coscienza. Come sempre. E c’è da credere che soli resteremo anche nel futuro remoto. Grazie al cielo.

Ma grazie dunque anche a Luigi Vocalelli per averci fatto dare conferma che, al momento attuale, “non c’è nulla di sbagliato nel non essere un essere umano”. Però con buona pace di IA-2230, grazie ai vari orrori compiuti dagli uomini su questo pianeta, io lo sapevo già.

 

2 novembre 2023

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