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PARLERANNO DI TE LINGUE FUTURE. 1

Spiare due amanti dal buco della serratura può essere sconveniente. Leggere versi d’amore espressamente dedicati a qualcuno… invece non lo è affatto. Non lo è mai o quasi mai. Ma perché? Forse perché la firma in questione è quella di William Shakespeare? O perché leggere poesia ci nobilita conferendoci il rango di intellettuali o di letterati? Ammettiamolo: un po’ guardoni restiamo comunque, se leggiamo versi d’amore. E come potremmo evitarlo, se nel canzoniere  in questione sono contenute tutte le possibili gradazioni del sentimento amoroso, dalla gelosia alla possessività, dalla smania all’inquietudine, dalla tenerezza alla nostalgia, dall’affetto alla più esplicita carnalità?

C’è davvero di tutto, nei Sonetti shakespeariani, e fra i tanti, un tema struggente e ritornante, che commuove e sembra richiedere il nostro aiuto ancora a distanza di secoli: il timore che di tanta bellezza dell’amato e anche del sentimento che lega Will a lui, non rimarrà traccia, quando entrambi saranno morti. In compenso, la speranza che l’arte possa superare i limiti della vita terrena è un desiderio umanissimo e che Shakespeare stesso esprime più volte. E del resto, a giudicare dai tanti secoli che i suoi versi hanno superato per arrivare freschi e intatti fino a noi, possiamo concludere che si tratta di un desiderio a ragione realizzato. Che possiamo … realizzare ancora un po’ di più!

Contro la morte e contro ogni oblio,

tu andrai avanti, e così la tua lode,

che spazio troverà tra quelle genti

che in futuro consumeranno il mondo.

Così, fin quando tu risorgerai

in chi ti ama vivrai e in questi versi.

La poesia sopravvive nei secoli proprio in quanto è poesia, sentimento universale. Shakespeare ne aveva la presunzione, e poteva permetterselo.

Ora, se questa universalità e questa potenza artistica che supera il tempo ci autorizza in qualche modo a un voyeurismo incondizionato e “innocente”, penso che potremmo fare qualcosa di più per il suo autore. Anzi molto. Potremmo in un certo senso “pagare il biglietto” per consentire a questa poesia – a tutta la poesia – di superare il tempo non solo contando i secoli, ma anche qualificando il loro trascorrere, offrendo cioè ad essa la possibilità di salire sull’astronave del futuro, non restando confinata in vecchie modalità di diffusione, di godimento e di conoscenza.

Quando fu inventata la stampa le idee poterono circolare molto più di prima, la cultura e la fruizione delle arti non restarono più un privilegio per pochi. Allo stesso modo, i versi di Shakespeare – così come i capolavori di tanti altri poeti, scrittori, musicisti, pittori –  possono oggi essere conosciuti da un sempre maggior numero di persone grazie a modalità nuove, di cui le vecchie generazioni (putroppo anche le nuove) non sembrano però sentire il bisogno. Ed è un peccato… Viviamo, in un certo senso, e senza ancora essercene accorti, una nuova  rivoluzione gutemberghiana. E allora perché non approfittarne? Perché non esagerare col voyeurismo? A partire dal libro illustrato e parlante dei Sonetti edito da Armando non ci siamo limitati a pubblicare un’opera “multimediale”(che già di per sé è comunque un bel passo avanti): abbiamo pubblicato i Sonetti multimediali anche in un universo virtuale, li abbiamo esposti anche in un nuovo tipo di negozio dove è possibile esercitare un nuovo modo di “consumare” (nel senso di “godere”) arte e poesia. Fino a ieri potevamo comperare un libro, un CD musicale, un vetro di Murano, un uovo Fabergé, una riproduzione d’arte… Oggetti che avrebbero occupato i nostri scaffali o le pareti di casa nostra… Che si sarebbero impolverati o magari rotti, che avremmo ammirato o consultato ogni tanto oppure spesso, che avremmo rischiato, magari portandoli in viaggio con noi, di dimenticarli sul treno etc.  In questo nuovo negozio (che faremmo meglio a chiamare “piattaforma” e che nel nostro caso è precisamente la piattaforma World of V) sono in omaggio e in vendita i Sonetti illustrati, letti, musicati in forma di NFT: non fungible token. Oggetti nuovi che veicolano un bene antico (la poesia), ma che non si impolvereranno mai, non si consumeranno, anzi potranno rigenerarsi e arricchirsi, che saranno inequivocabilmente e eternamente nostri, più nostri di quanto sarebbe un semplice libro, un CD o una riproduzione d’arte, e che in una sorta di “realtà aumentata” amplificheranno e potenzieranno sempre più il godimento stesso della poesia…

Nel nostro caso, il token di un Sonetto ci fa diventare cioè proprietari di un oggetto immateriale, che è tante cose insieme, che è “figlio” dell’opera fisica, che a differenza di quella non deteriorerà mai, che sopravviverà nel futuro fin nei data-base di altri pianeti, e che soprattutto contribuirà a realizzare il sogno di William Shakespeare quando scriveva:

Tuo monumento saranno i miei versi

Che occhi ancor non nati leggeranno:

parleranno di te lingue future

quando chi oggi respira sarà spento.

Le “lingue future” dei token – insieme alle mille altre tecnologie attuali e prossime – sono precisamente quanto Shakespeare si figurava, e alle quali immaginava di affidare la potenza del suo sentimento. Non perché non avesse fiducia nella propria arte, ma perché era certo che, proprio grazie al progresso, anche la sua arte avrebbe raggiunto un sempre maggior numero di persone. In questo modo, anche il suo amore sarebbe in un certo senso vissuto più a lungo nel futuro.

Nella prossima puntata spiegherò meglio come entrare in possesso dei Sonetti di Shakespeare in questo modo nuovo, dove troveremo l’amore di Shakespeare maggiormente protetto dalla polvere del passato e maggiormente esaltato dalle luci del futuro… Nel frattempo, provarte ad affacciarvi e a collegarvi QUI

 

10 maggio 2023

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